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Introduzione
Rivedendo il materiale raccolto in occasione di alcuni seminari romani tenuti da Giuseppe Bezza, mi è sembrata una cosa utile il proporre un lavoro in cui si espongono le figure e si riordinano le considerazioni che sono emerse a commento del racconto che il Placido Titi fa di alcune natività da lui svolte nella sua opera “sui giorni critici” [1]. Sono casi particolari, trattati per linee semplici, di quanto queste natività mostrano per l’epoca del termine della vita. Sono esempi che risultano essere fuori dalla normale casistica e in cui può sembrare che, per così dire, “gli eventi non siano causati”. Queste natività consentono una migliore comprensione delle tante forme con cui si esprime l’influenza di una “natura” (benefica o corruttiva) dei corpi celesti – del Sole, della Luna, dei pianeti e delle stelle – e, per questo, sono particolarmente interessanti.
La teoria afetica e la durata della vita di concezione tolemaica
Fin dai tempi più antichi dello sviluppo del pensiero e della civiltà umana, l’osservazione della volta stellata e la riflessione sul rapporto che può esistere tra la terra ed il cielo, e le considerazioni che si sono approfondite nel corso dei secoli, del come, del modo, del perché si realizza un influsso dei corpi celesti verso gli accadimenti della Terra, ha influenzato profondamente il pensiero filosofico, le religioni e i suoi dogmi, il percorso della scienza, le vicende storiche degli esseri umani. Nella letteratura, non solo astrologica, le disquisizioni e le riflessioni su questo stretto rapporto tra cielo e terra, costituiscono un riferimento costante ed imprescindibile, almeno fino al XVII secolo, che consente di descrivere la realtà naturale in tutti i suoi aspetti e fornisce un’idea complessiva delle ragioni e delle caratteristiche del “mondo naturale” e di ogni sua parte: degli organismi minerali, vegetali ed animali, dei fenomeni climatici, geologici, biologici e di ogni altra cosa.
La vita di ogni essere biologico sulla Terra, compreso l’essere umano, ha un suo inizio e una sua fine. Secondo la concezione degli antichi la vita sulla Terra è consentita da due principi generatori, il calore solare e l’umidità primigenia del satellite lunare. Rispetto a questi “principi primi” di luce bianca, i pianeti, le stelle ed ogni altro corpo celeste rappresentano variazioni di luce e quindi, secondo questa teoria, variazioni di qualità delle cose e degli eventi. Riferito alla vita biologica e agli “accadimenti” degli esseri umani, è possibile congetturare le alterazioni, il mutare dei fenomeni astronomici e quindi le variazioni e i cambiamenti che continuamente si realizzano negli organismi biologici e negli esseri umani, rispetto a quanto indicato dal moto ordinato e regolare del Sole – principio vitale puro, stabile, ordinatore -, nelle fasi che realizza con la Luna e nei differenti fenomeni che si generano dai moti propri di Sole e Luna, dal movimento e dai moti propri di pianeti e stelle, dal movimento originario dell’intera volta celeste, dal movimento di rotazione della Terra su se stessa.
Nella rotazione giornaliera della Terra l’Est, il punto in cui sorge il Sole e sorgono le stelle di una determinata porzione della volta celeste, contrassegna l’inizio di un ciclo vitale, pertanto, l’Ascendente del tema astrologico rappresenta il parto e l’inizio di un corso vitale (che in realtà ha il suo vero inizio al momento del concepimento), di un percorso di crescita, di sviluppo e di invecchiamento a cui è assoggettato ogni organismo biologico.
Il tema di nascita, pertanto, è un insieme di luci che osserviamo per un momento preciso. Di queste luci ve ne sono alcune che significano la vita, sono “luoghi vitali” o “afetici”. Da un esame dei diversi elementi vitali si sceglie, si elegge il “luogo vitale” o “afeta” , “hilaj”, “hyleg” che indica la vita, il corpo fisico, l’esistenza della persona; quindi, si calcola il compiersi, il diventare precise, secondo il moto delle direzioni primarie [2], di figure astronomiche rispetto agli “anereti”, gli elementi del tema di nascita che “interrompono la vita” e forniscono una misura del “tempo” della vita fisica.
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Luoghi afetici
Vengono chiamati afetici determinati luoghi o regioni del cielo: tutti quei luoghi che sono sopra l’orizzonte e che intrattengono con l’orizzonte un rapporto, ovvero quelli configurati all’orizzonte l’XI, il X, il IX e il VII, oltre al I° luogo, che è quello che sorge. Tutti i luoghi (le Case astrologiche) configurati al momento iniziale (all’Ascendente) sono luoghi afetici [3]. Il rapporto è costituito, secondo il moto delle ore, dalle figure principali che conosciamo: unione, trigono, quadrato, esagono, opposizione; pertanto non creano rapporto con il grado Ascendente e la Prima Casa gli astri posti nelle Case XII, VIII, VI, che sono ritenuti luoghi non afetici. Inoltre, nessuno dei luoghi sotto l’orizzonte ha virtù afetica, ad eccezione della prima Casa, vitale per se stessa [4]. La virtù afetica consiste nel poter ospitare l’afeta e l’afeta non può stare in alcun luogo che non sia afetico.
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Ricerca dell’afeta
Nell’accezione primaria per afeta si intende il “luogo da cui si parte”, il “luogo” che è liberato per andare da qualche parte (dal greco “aphiemi” partire da). Nel concetto di afeta è insito un movimento; la vita stessa è un movimento e la fine della vita è rappresentata da qualcosa che mette fine a questo movimento. Tecnicamente, rispetto all’afeta vi è un pianeta o un luogo “anereta” che per la sua natura contraria contraddice, spezza, toglie la vita.
Il Sole dà la vita, dicevamo, ma in alcuni casi si trova nella condizione di non poter essere l’afeta, tuttavia mantiene sempre un significato sulla vita; se il Sole non può essere l’afeta trasferisce questa virtù ad altri significatori che abbiano la qualità di poterla assumere.
Nelle nascite diurne si guarda per primo il Sole: se si trova in luogo afetico viene assunto come afeta; se non si trova in un luogo afetico, viene assunta la Luna se è in luogo afetico; se nemmeno la Luna si trova in un luogo afetico la ricerca passa ad uno dei 5 pianeti della tradizione e si osserverà se uno di essi ha dominio sui tre “luoghi” che significano il partito diurno (l’hairesis [5] diurna): il grado del Sole, il grado dell’Ascendente, il grado del Novilunio precedente [6] la nascita; se questo pianeta esiste ed è in luogo afetico viene assunto come afeta, altrimenti si sceglie come afeta il grado Ascendente.
Nelle nascite notturne primo afeta è la Luna se si trova in luogo afetico; in mancanza lo è il Sole se è in luogo afetico; se Luna e Sole non sono in luoghi afetici si osserva se uno dei 5 astri erranti domina sui tre “luoghi” che significano la vita nel partito notturno (nell’hairesis notturna): il grado della Luna, il grado della Parte di Fortuna (la Tychê tolemaica [7]), il grado del Plenilunio precedente [8]; se questo pianeta esiste ed è in luogo afetico viene assunto come afeta; in mancanza, e se essa si trova in luogo afetico, si sceglie la Parte di Fortuna (che è come l’oroscopo lunare); in mancanza si sceglie il grado Ascendente. Il pianeta che tra i 5 pianeti può essere assunto come afeta deve essere in luogo afetico, dominare sui significatori dell’hairesis, essere visibile e non sotto i raggi del Sole.
I tre luoghi dell’hairesis diurna ed i tre dell’hairesis notturna sono luoghi deputati alla vita, sono “luoghi vitali”, e pertanto è possibile fare delle congetture sulla quantità e durata della vita, prima ancora di misurarla, osservando come questi luoghi sono posti e come sono testimoniati. La robustezza e la quantità di vita si possono anche giudicare da questi luoghi. I criteri del dominio sono il Domicilio, l’Esaltazione, la Triplicità [9] e il Confine [10]; non vi è ordine gerarchico o prevalenza di uno sugli altri domini.
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Ricerca dell’anereta
Anereti [11] sono i pianeti malefici, Marte e Saturno, i loro quadrati, le loro opposizioni, le loro declinazioni, i loro quadrati nel mondo, le loro equidistanze meridiane ed orizzontali. Inoltre è anereta Mercurio quando ha natura malefica. Questo si realizza quando è unito ai malefici per corpo o per figura. Inoltre, quando il Sole è afeta la Luna può essere anereta, e viceversa. Tutti questi sono anereti in potenza: l’afeta nella sua carriera afetica incontra più di un luogo potenzialmente aneretico, ma solo uno diviene aneretico in atto. Il giudicare quale sia l’incontro effettivamente aneretico è un fatto di interpretazione che richiede l’indagine su tutti gli incontri potenzialmente aneretici. In via generale, sia l’afeta sia l’anereta non possono essere né afeta né anereta quando non hanno luce (perché combusti od invisibili). Quando tuttavia un astro che ha virtù aneretica essenziale, come Marte o Saturno [12], non ha luce poiché è sotto i raggi del Sole, il Sole stesso prende la virtù aneretica. Questo stato di cose può generare la particolare situazione in cui il Sole è contemporaneamente afeta ed anereta. E’ il caso in cui il Sole è afeta e tiene nella sua luce un malefico (o entrambi): in questa circostanza gli incontri per direzione dei malefici nel moto delle ore rimangono aneretici, mentre lungo lo zodiaco i malefici sotto i raggi perdono la loro virtù aneretica e diviene aneretico il raggio del Sole stesso.
Oltre a quanto appena esposto in forma schematica, ci sono questioni ulteriori ed importanti che manterremo fuori da questa esposizione puramente introduttiva [13]. Riguardano i ragionamenti sulla teoria afetica scaturiti da casi particolari posti da autori importanti del passato e la comprensione piena della teoria dell’alcocoden [14], di cui troviamo traccia in varie opere astrologiche. Ad ogni modo, sulle premesse esposte, è possibile fare delle congetture e giungere ad un giudizio conclusivo su tale questione.
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Primo esempio
Il primo esempio è la natività di una donna nata a Padova il 23/9/1626 alle ore 13,31 di T.U. (ore 14,31 di fuso). Per questa genitura Placido Titi racconta che:
“mentre soggiornavo da amici a Padova mi fu mostrata da amici e professori questa natività di una certa donna della quale si raccontava un fatto singolare e misero. Vi erano due sorelle che si erano sposate nel medesimo momento. Ora, la prima che avesse partorito avrebbe avuto una grandissima eredità. Ora, la fanciulla di cui qui si da la natività era incinta e l’altra non aveva ancora concepito. Il marito della sorella la uccise, la percosse in capo e la uccise e morì il 21/11/1649, a 23 anni.”
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latitudini | declinazioni | DH [15] | visibilità [16] | |
Sole | – | -00.15 | 2.44 | – |
Luna | +4,76 | -07.98 | 0.35 | – |
Saturno | +1.94 | +05.56 | 2.82 | -10.12 (n.v.) |
Giove | +0.98 | -11.46 | 0.48 | – |
Marte | +0.83 | +00.61 | 2.40 | -1.33 (n.v.) |
Venere | -0.60 | -14.29 | 0.24 | -13.71 (v.) |
Mercurio | -3.29 | -12.98 | 1.13 | -6.72 (n.v.) |
Tyche | – | – | 3.90 | – |
Daimon | – | – | 3.90 | – |
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Nella natività osserviamo il concorso di molte stelle nocive: Antares è all’equidistanza del Sole e di Marte; Arcturus è con la Luna (e con Venere); Denebola è con il Sole e con Marte; l’aculeo dello Scorpione (M7) è all’Ascendente; Zosma è con Saturno; Regulus è sulla cuspide dell’ottava Casa, unita al nodo lunare nord ed opposta alla Parte di Fortuna [17].
Placido Titi prosegue il racconto fornendo una descrizione di alcuni aspetti rilevanti della natività:
“Appare subito evidente che il Sole è circondato dai malefici nell’ottava Casa. E il Sole è il luminare del tempo [18]. Inoltre, la declinazione della Luna non è molto distante da quella di Saturno e, tuttavia, poiché la Luna è posta tra le benefiche in un segno fecondo (la Luna è tra Venere e Giove in Scorpione), non lontano dal cardine superiore, diede a questa sorella la fecondità. I pianeti sono sopra l’orizzonte e nel medesimo quadrante occidentale e producono effetti singolari. Per quanto riguarda la vita è manifesto che l’afesis appartiene alla Luna (la Luna qui è afeta) e la troviamo nella nona Casa e ad anni 23 completi non vi è alcuna direzione dei malefici alla Luna. Per questa ragione io pensavo che il tempo della natività che mi era stato comunicato fosse falso. Nondimeno perché gli amici continuavano ad affermare che era vero, mi misi ad osservare la costituzione del cielo al momento della morte in modo da conoscere da quello le cause [19]. E trovai che il Sole è nella costellazione dello Scorpione, non distante da Antares (il giorno della morte il Sole è a gradi 2°41’ Sagittario, unito ad Antares), e l’aveva preceduto il Plenilunio, il Sole sorgendo a gradi 27 Scorpione presso il luogo della direzione della Luna (per il moto di direzione la Luna è giunta a gradi 26 Scorpione). Avendo poi osservato con maggiore diligenza vidi che la stella Antares giungeva alla stessa distanza dal culmine che aveva la Luna dal medesimo verso l’occidente, in modo che la Luna giungeva al suo parallelo nel mondo.”
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I transiti per le ore 12 del giorno della morte
Alla nascita Antares (DH 2.45), natura Marte/Giove, è in equidistanza meridiana al Sole (DH 2.45), mentre, il giorno in cui la donna viene assassinata il Sole (DH 1.34) è unito ad Antares (DH 1.35); la Luna (DH 4.60), l’afeta, è in prossimità di Praesepe (M44) (DH 4.43), natura Marte/Luna; Algol (DH 5.95) sorge all’Ascendente; Marte (DH 1.82) è unito a Kaus Australis (DH 1.90), nell’arco dell’arciere; Sirio (DH 1.22) è unita a Saturno (DH 1.19); Venere (DH 3.76) è unita a Vindemiatrix (DH 3.74); Giove (DH 3.65) è unito alla Chioma di Berenice (Mel 111) (DH 3.61), natura Luna/Marte; Mercurio (DH 0.42) è unito a Shaula (DH 0.27). Questo contesto esprime un “eccesso di maleficità” e una pericolosità del momento che era prefigurato negli aspetti critici al luminare del tempo alla nascita e che si conferma in questa epoca, come vedremo, per “i vari ordini di tempo”.
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Direzione per l’autunno 1649
Nel cerchio interno della figura indichiamo le direzioni nel moto diurno, nel cerchio esterno le direzioni nel moto zodiacale, da osservare entrambe [20]. Inoltre, la legenda indica i confini [21] a cui sono giunti gli astri.
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Confini | Declinazioni | DH | |
Oroscopo | Mercurio | -18.96 | 6.00 |
Mediocielo | Giove | -20.25 | 0.00 |
Sole | Marte | -10.84 | 3.86 |
Luna | Saturno | -19.40 | 1.90 |
Saturno | Venere | -08.48 | 4.15 |
Giove | Saturno | -19.04 | 2.11 |
Marte | Marte | -11.09 | 3.80 |
Venere | Saturno | -19.69 | 1.93 |
Mercurio | Mercurio | -16.97 | 2.80 |
Fortuna | Saturno | – | 5.20 |
Daimon | Giove | – | 2.49 |
In effetti, la Luna alla nascita è in nona Casa e ha una distanza oraria di 0,33, ora Antares giunge in decima Casa, ad una distanza oraria di 0,36, e realizza una equidistanza meridiana. Contemporaneamente, Aldebaran si avvicina al meridiano inferiore con una distanza oraria di 0,46, nel medesimo tempo, e quindi la Luna ha un parallelo nel mondo anche con Aldebaran. Sappiamo che Antares e Aldebaran sono entrambe stelle di prima magnitudine e di natura Marte e rientrano tra le stelle che possono essere causa di morte [22].
Continuiamo a leggere il testo del Placido:
“Ora mi chiedo se queste stelle hanno potuto, in questa figura di natività, produrre un così grande effetto, e penso che non vi è dubbio poiché nella natività l’affezione dei malefici appariva assai forte. In particolare quella di Marte, e quindi la costituzione alla vita ne risultava debole. Infatti la Luna è nelle dignità di Marte ed è con Arturo (DH 0.38). Vediamo in effetti che, in una fascina di legni secchi, basta una scintilla piccola per fare un grande fuoco. Inoltre, la Luna, nel moto converso, applicava ai luoghi di Marte e del Sole.”
Nella direzione stilata per il 21 novembre 1649, vediamo che la Luna giunge alla distanza oraria di 1.90, pertanto, non è ancora unita al luogo del Sole (DH 2.44) e di Marte (DH 2.40).
Poi, il Placido mostra nella direzione che la significazione principale si trae sempre dal luminare del tempo e non dall’altro luminare: trattandosi di nascita diurna, la Luna è senz’altro l’afeta, trovandosi in luogo afetico, mentre il Sole è il luminare del tempo. In effetti, per questa natività, la figura pericolosa è rispetto al luminare del tempo: qui il Sole è tra i malefici, nell’ottava Casa, mentre la Luna è tra i benefici.
Proseguendo con il testo del Placido, egli dice:
“E al momento della morte Saturno e Marte erano in quadrato al Sole di natività, e la Luna in quadrato quindi al Sole medesimo.”
Questa descrizione del Placido può apparire povera dato che si è trovato di fronte a questa natività particolare. Il Placido, da quanto emerge dai suoi testi, non escludeva il fondamento su cui si fonda la figura di rivoluzione annuale ma non le considerava (e non ne parla) nelle sue indagini astrologiche.
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Rivoluzione solare
Per completezza dell’indagine, forniamo la figura della rivoluzione solare [23] redatta per il 23/9/1649 alle ore 3,10 di T.U. con l’indicazione degli spazi di perfezione dell’Anno, della Luna, del Sole e di Tyche.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità [24] | |
Sole | – | -00.15 | 4.08 | – |
Luna | -2.68 | +07.76 | 2.21 | – |
Saturno | -1.15 | +22.34 | 1.48 | – |
Giove | +1.10 | -05.15 | 2.95 | -6.99 (n.v.) |
Marte | -0.75 | -18.04 | 0.88 | -18.66 (v.) |
Venere | -1.36 | +15.23 | 4.23 | -37.90 (v.) |
Mercurio | +1.71 | +03.58 | 4.56 | -6.18 (n.v.) |
Tyche | – | – | 4.13 | – |
Daimon | – | – | 4.13 | – |
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Nella figura della rivoluzione dell’anno della morte vediamo che Antares e Aldebaran si pongono al meridiano. Lo spazio dell’anno passa gran parte del Sagittario fino a 10° Capricorno e, siccome la ragazza è morta neanche tre mesi dopo il compleanno, il segno dell’anno è il Sagittario. Saturno si oppone allo spazio di perfezione dell’Anno; Marte si oppone, per Segno, alla Luna di nascita, inoltre, la perfezione della Luna si oppone alla Luna di rivoluzione ed alla Luna della nascita.
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Considerazioni
Il Placido qui vuole dire che il luminare del tempo indicava un tempo di vita breve – decerneva una vita modica – ed è sufficiente poco perché si produca l’evento della morte.
Dalla costituzione generale e dall’esame del luminare del tempo abbiamo queste indicazioni. Però, occorre comunque che si precisi un incontro all’afeta che il Placido, pur modico che sia, lo vede nell’equidistanza che si realizza tra Antares e la Luna. Perché Antares ha la natura di Marte e la Luna in natività è nel Domicilio e nel Confine di Marte.
Questa interpretazione è senz’altro credibile perché il Placido conseguentemente ha dato l’assenso sul giorno della morte della donna. Quindi, rispetto alla rivoluzione l’assenso è mostrato di nuovo da Antares e da Aldebaran che si presentano agli angoli della figura annuale e riprendono, pertanto, l’aspetto che si precisa in direzione. Le stelle che si pongono al meridiano concordano con l’esito improvviso e violento e l’indicazione è confermata da Saturno e da Marte che sono equidistanti al meridiano.
Inoltre, in rivoluzione la Luna (DH 2.21) è unita alla Sorte del Furto [25] (DH 2.20) ed alla Sorte di Eros [26] (DH 2.36), si oppone precisamente alla Sorte della Necessità [27] (DH 2.25) ed è equidistante a Basis [28] (DH 2.25); la Sorte dei Figli [29] (DH 1.57) è equidistante a Saturno (DH 1.48) e si oppone largamente a Marte (DH 0.88): sono condizioni che possono chiarire ulteriormente il significato dell’evento.
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Secondo esempio
Il secondo esempio è la natività di Luigi Manzini, nato a Bologna il 19/9/1604 alle ore 9,14 di T.U. (ore 10,14 di fuso).
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | +01.36 | 1.87 | – |
Luna | -5.22 | +14.95 | 1.52 | – |
Saturno | +1.41 | -20.52 | 4.32 | – |
Giove | +0.21 | -22.60 | 3.84 | – |
Marte | -1.58 | -22.73 | 4.49 | – |
Venere | -8.24 | -12.97 | 3.19 | -1.03 (n.v.) |
Mercurio | +0.87 | -00.53 | 2.35 | -3.96 (n.v.) |
Tyche | – | – | 2.61 | – |
Daimon | – | – | 2.61 | – |
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Notizie biografiche
Luigi Manzini nasce, terzogenito, a Bologna il 19 sett. 1604 dai nobili Geronimo Manzini e Camilla Vitali. Teologo, filosofo e scrittore, autore di molte opere, entra nell’Ordine dei benedettini nel 1620 vestendo l’abito monastico in S. Michele in Bosco, a Bologna. All’interno dell’Ordine compie studi di filosofia e teologia, ottenendo risultati ragguardevoli (anche se per i riconoscimenti accademici deve attendere fino agli anni Quaranta), tanto che, giunto a Roma per volontà dei suoi superiori, diviene presto teologo del cardinale Maurizio di Savoia. Durante il soggiorno romano entra a far parte delle Accademie dei Desiosi e degli Umoristi. Trasferitosi in seguito a Venezia, presso il monastero di S. Elena, si conquista un posto importante nella società letteraria ed entra a far parte dell’Accademia degli Incogniti. Un panegirico scritto in onore della Repubblica, Il leon coronato (Venezia 1633), gli vale una “abilitazione” con la quale il Consiglio supremo gli riconosce il diritto “a godere degli onori e dignità come se fosse cittadino veneziano” (il documento, datato 26 nov. 1633, è stato pubblicato da Betti, 1994, p. 47). Intanto, la vita claustrale gli diviene gravosa, tanto da indurlo a chiedere al papa Urbano VIII di poter uscire dall’Ordine, cosa che ottiene ben presto. Torna quindi a Bologna come prete secolare.
I rapporti con la Serenissima cambiano bruscamente nel 1635, a seguito della pubblicazione a Bologna del Caduceo, un panegirico per Maurizio di Savoia in cui il Manzini attribuiva ai duchi di Savoia il titolo di re di Cipro. Il magistrato degli inquisitori di Venezia
fa distruggere le copie possedute dalle librerie e proibisce in tutto lo Stato la vendita del libro. In sua difesa interviene il fratello maggiore Giovanni Battista, che nell’anno successivo stampa con la falsa indicazione di Anversa una Copia di una lettera in risposta ad un cavaliere principalissimo di Venezia. La vicenda non lascia comunque conseguenze rilevanti. P. Daru segnala un testo manoscritto (sconosciuto a tutti gli studiosi), in cui il Manzini espone le “Raggioni della sua partenza di Venezia, per andare alla servitù del serenissimo prencipe cardinale di Savoja”.
Nel 1642 viene ascritto all’Accademia dei Gelati di Bologna; per l’occasione tiene una lezione dal titolo Che la gloria è figlia della difficoltà. Nello stesso anno chiede e ottiene la cattedra di umanità all’Università bolognese, dove l’anno successivo consegue la laurea in teologia. Entrato a far parte del Collegio dei teologi il 23 gennaio 1643, viene incaricato di redigerne in latino gli statuti, che vengono stampati a Bologna nel 1650 (Almi Collegii sacrae theologiae doctorum…constitutiones, et decreta), senza il nome dell’autore (Zani e Fantuzzi gli attribuiscono la paternità dell’opera). Nel 1651 viene aggregato anche al Collegio dei filosofi. Nel 1643 Urbano VIII lo nomina protonotaro apostolico; il 20 maggio dello stesso anno ottiene la prevostura di S. Maria Maggiore della Mirandola (località vicina a Bologna), alla quale rinuncia presto. Dopo circa un decennio, periodo su cui non si ha alcuna notizia, il Manzini si stabilisce a Mantova, chiamato dal duca Carlo II Gonzaga Nevers, dove nel 1654 diventa presidente del Maggior Consiglio e storico ufficiale del Ducato, incarico per il quale gli viene assegnata una congrua pensione. Dopo circa due anni lascia Mantova, con una lettera di “ben servito” di Carlo II del 9 maggio 1656. Passa allora a Torino, dove viene accolto come storico alla corte dei Savoia e lautamente ricompensato. Ma il soggiorno torinese dura poco: il Manzini chiede di poter tornare a Bologna per affari personali. Muore nel 1657, in circostanze non del tutto chiare. (dal testo di Luigi Matt – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 69 (2007) [30]
Il Placido, di questa di questa natività racconta che:
“Quest’uomo era di eccelso ingegno soprattutto nelle lettere e rimangono di lui opere singolari ed ebbe molta stima presso i principi. Ora, nel 1657, intorno all’autunno, cadde per strada e morì. Aveva da poco compiuto 53 anni. Il Sole era il luminare del tempo ed era in quadrato nel mondo ad entrambi i malefici, con Antares che sorgeva, tra Marte e Saturno, nella figura di natività.”
Marte e Saturno qui sono uniti tra loro e con Antares che è una stella di natura Marte. Anche il Sole è in quadrato nel mondo alla stella Sirio, posta in settima Casa, vicino alla cuspide dell’ottava Casa. La Luna, nel segno del Leone, in nona Casa, è in trigono a Marte e ha la medesima declinazione di Sirio e di Denebola (la coda del Leone, di natura Saturno/Venere) e di Antares. La Luna ha un valore di declinazione di +14,95 e, a quel tempo, Sirio aveva una declinazione di -16,12, Antares di +15,30 e Denebola di +16,32 (per la precessione degli equinozi anche la declinazione delle stelle varia, in misura minima, dal 1604 ad oggi).
Proseguendo il racconto il Placido si sofferma sulla condizione dei benefici e dice:
“Quanto ai benefici, Venere e Giove, erano più deboli dei malefici perché erano meno angolari di loro (Saturno e Marte erano in prima Casa, Giove in seconda Casa e Venere in undicesima Casa). Inoltre, Venere era retrograda e combusta.”
Nonostante la sua distanza dal Sole costituisce un fatto singolare perché Venere ha 8°24’ di latitudine meridionale, per cui si trova nel suo ventre massimo [31] che può raggiungere e risultare molto vicino al Sole. Il Placido continua il suo racconto e dice:
“Inoltre, le benefiche non avevano alcuna dignità nel luogo del Sole, che era il luminare del tempo. Erano più configurati i malefici al Sole che non i benefici. Tuttavia, sul luogo del Sole, Mercurio aveva molte dignità e per questa ragione ebbe molta stima e profitti dalle lettere.”
Anche perché Mercurio è molto vicino alla Sorte di Fortuna [32]. La Sorte è sotto i raggi tuttavia il suo signore è signore anche del Sole ed è signore anche della Sizigia [33] precedente (Plenilunio a gradi 15°50’ Vergine) ed è in un buon luogo.
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Direzione per l’autunno 1657
Muore nel 1657, in circostanze rimaste non chiarite. Durante il viaggio che doveva riportarlo a Bologna, compiuto in barca sul Po, controllato dalle due sponde da truppe francesi e spagnole, viene colpito a un occhio da un’archibugiata sparata – non si sa da quale delle due parti – probabilmente per un malinteso. Proponiamo, pertanto, la figura di direzione per l’epoca della morte. Nel cerchio interno della figura indichiamo le direzioni nel moto diurno, nel cerchio esterno le direzioni nel moto zodiacale, da osservare entrambe. Inoltre, la legenda indica i confini a cui sono giunti gli astri.
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Confini | Declinazioni | DH | |
Oroscopo | Saturno | -23.34 | 6.00 |
Mediocielo | Giove | -07.79 | 0.00 |
Sole | Mercurio | -15.99 | 1.41 |
Luna | Marte | +02.15 | 4.37 |
Saturno | Saturno | -21.09 | 4.35 |
Giove | Mercurio | -18.87 | 5.19 |
Marte | Venere/Saturno | -21.70 | 4.06 |
Venere | Saturno | -19.64 | 0.71 |
Mercurio | Mercurio/Giove | -17.49 | 1.00 |
Fortuna | Giove | – | 0.24 |
Daimon | Venere | – | 5.99 |
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Ora, nella figura di direzione il Sole giunge alla declinazione della Luna. La declinazione raggiunta dal Sole è la medesima di Sirio, di Aldebaran e di Denebola (declinazioni tutte tra 15° e 16°), questo è l’incontro più efficace che il Placido trova in questo esempio.
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Osservazioni
Anche questo caso è degno di nota perché è evidente che gli incontri del Sole e della Luna sono pericolosi. In questa circostanza, il Placido nota che i malefici, più che i benefici, hanno familiarità rispetto al Sole, afeta di questa natività; inoltre, nota altre due cose importanti: il quadrato di Antares e di Sirio e la Luna che ha la declinazione di Antares e di Sirio. Da queste due premesse, ne desume che l’incontro in direzione del Sole con la Luna svolge il ruolo di “indicare l’evento”, cioè la fine della vita. In aggiunta, precisa che il termine della vita avviene con modalità violente e che tale circostanza è significata dalla natura di queste stelle.
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Considerazioni
Più in generale, quando nelle direzioni il Sole si unisce alla Luna è tra i possibili incontri aneretici (incontri mortali) perché Sole e Luna sono di opposta natura. Questo sempre che in natività ve ne siano i presupposti perché gli incontri mortali possibili sono tanti ma ce ne è uno solo che avviene: a volte è il primo, a volte è il decimo, e non tutti quelli che stanno in mezzo producono malattia o pericolo.
Per i moti diretti calcolati per l’autunno 1657, oltre all’aspetto di declinazione (Sole diretto decl. -15,99; Luna di nascita +14,95), vi sono altri aspetti tra il Sole e la Luna: il Sole diretto (DH 1.41), con uno scarto di poco più di un grado, va ad unirsi alla Luna di nascita (DH 1.52); la Luna diretta (DH 4.37) non ha ancora sciolto il quadrato al Sole di nascita (DH 1.87).
Inoltre, per la Luna (significatore del corpo fisico e luogo vitale in luogo afetico) osserviamo che: la Luna diretta (DH 4.37) è giunta al luogo dove è Sirio alla nascita (DH 4.20) e ora si oppone a Saturno e a Marte di nascita (DH 4.35 e DH 4.49), mentre, Saturno diretto (DH 4.35) va al quadrato della Luna di nascita (DH 1.52). Per il moto di entrambi, osserviamo che Saturno diretto e Sirio diretto sono in quadrato al Sole diretto (mentre il Sole arriva in nona Casa, vicino alla posizione della Luna, la Luna nella sua direzione nel mondo giunge al luogo dove è Sirio in natività; Sirio, progredendo, per il moto di entrambi, forma quadrato con il Sole).
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Rivoluzione solare
Dopo l’esame dei moti di direzione osserviamo la rivoluzione solare integrata dagli spazi di perfezione dell’Anno (dell’Ascendente od oroscopo) e gli spazi di perfezione del Sole, della Luna, di Tyche. La rivoluzione è stata calcolata per il luogo di nascita e il giorno 19 settembre 1657 alle ore 4,57,29 di T.U.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | +01.36 | 5.91 | – |
Luna | +4.05 | -11.18 | 3.34 | – |
Saturno | +2.21 | -00.73 | 5.09 | -6.30 (n.v.) |
Giove | -0.21 | +23.00 | 0.78 | – |
Marte | -4.18 | +04.15 | 4.06 | – |
Venere | -1.63 | +16.04 | 2.73 | -37.57 (v.) |
Mercurio | +0.37 | -02.85 | 4.96 | -5.28 (n.v.) |
Tyche | – | – | 3.25 | – |
Daimon | – | – | 3.25 | – |
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Nella figura di rivoluzione vediamo che il Sole sorge all’oroscopo e la sua perfezione è in Segno di Saturno: va da 19°54’ Capricorno a 15°38’ Acquario. Saturno è angolare ed è con il Sole, nella sua occultazione vespertina [34] (occidentale al Sole). Saturno domina la perfezione della Luna, del Sole e di Tyche e si oppone (con Mercurio) allo spazio di perfezione dell’Anno. Marte domina l’Anno e si presenta nello spazio di perfezione dell’Anno. Inoltre, la perfezione della Luna è nello spazio in cui è il nodo lunare nord di rivoluzione.
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Considerazioni
Nella figura di direzione vediamo che mentre il Sole arriva in nona Casa, vicino alla posizione della Luna, la Luna nella sua direzione nel mondo giunge al luogo dove è Sirio in natività. Sirio, progredendo, per il moto di entrambi, forma quadrato con il Sole.
Questi esempi sono interessanti perché mostrano delle condizioni che definiremmo anomale. In realtà, l’apparente anomalia sta semplicemente nel fatto che effetti così grandi, come la fine della vita, sembrano evidenziati in un modo che appare singolare, come visto da queste natività. La considerazione che ne scaturisce è che, in ogni natività, queste cose devono essere osservate e, quindi, dovremmo sempre effettuare anche un esame delle principali stelle fisse che sono coinvolte nelle principali figure di nascita.
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Terzo esempio
Il terzo esempio è la natività di Virginio Cesarini, nato a Roma il 23/10/1595 alle ore 6,56 di T.U. (ore 7,56 di fuso). Si tratta del caso di un uomo che, a meno di trenta anni, muore di una forma di consunzione del corpo (un grave deperimento organico) che può considerarsi affine alla tisi, come oggi è intesa in termini medici. L’ipotesi fatta in epoca moderna è che fosse affetto da una tubercolosi tracheale.
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Notizie biografiche
Virginio Cesarini nacque a Roma nel 1595 in una famiglia di antica nobiltà: il padre Giuliano era duca di Civitanova, la madre Livia era figlia di Virginio Orsini (Roma 1595 – ivi 1624). Uomo di scienze e di lettere che fu in relazioni con Galileo, fu membro dell’Accademia dei Lincei a 23 anni, ma il suo organismo non resse alle fatiche dello studio. Espresse il suo austero dolore in belle liriche latine e volgari (ed. 1658).
Giovanissimo fu mandato col fratello maggiore Alessandro a Parma presso il parente duca Ranuccio Farnese per studiarvi filosofia peripatetica. Sembra che lo studio assiduo compromettesse sin da questa età la salute del giovanetto, la cui gracile costituzione non seppe resistere a una tubercolosi tracheale che lo stroncò a soli ventinove anni. Comunque gli anni parmensi, trascorsi tra le feste di corte e le cavalcate, i giochi e i primi riconoscimenti di una eccezionale precocità intellettuale, rappresentarono il periodo felice del Cesarini, rievocato dallo scrittore in termini di doloroso rammarico. Nel periodo le conseguenze di una caduta da cavallo e di un’operazione mal condotta resero ancora più incerto il già delicato stato della sua salute. Intorno al 1610 fece ritorno a Roma, entrò in familiarità con Maffeo Barberini, il futuro pontefice Urbano VIII, e con Roberto Bellarmino, dedicandosi con molto profitto allo studio del diritto e della teologia. Già cameriere segreto di Gregorio XV, Cesarini fu confermato nella carica da Urbano VIII che lo nominò maestro di camera.
Più tardi, per diretto influsso del parente Federico Cesi, cominciò a interessarsi di matematica e di astronomia, discipline nelle quali egli fu sempre, in fondo, un geniale dilettante, ma che servirono a metterlo in relazione con uomini come Giovanni Ciampoli e il Galilei e che gli permisero di essere ascritto (nel 1618, insieme con il Ciampoli) all’Accademia dei Lincei, in quel periodo così importante per la vita dell’Accademia e della scienza italiana che corrisponde, appunto, alla disputa galileiana contenuta nel Saggiatore.
Nel periodo di aggravamento della malattia l’amico Ciampoli gli fu sempre vicino: così quando il Cesarini si spinse fino a Nettuno e a Gaeta (1620) per tentare di trovarvi aria più salubre; così quando intraprese un viaggio a Bologna per consultare nuovi medici e fu costretto a sostare ad Acquasparta nel palazzo ducale dei Cesi (aprile-maggio 1620). In questo periodo, tornato a Roma, il medico Curzio Clementi riuscì a migliorare notevolmente le condizioni di salute del Cesarini. Il quale nelle pause della malattia si dedica con fervore, insieme con il Ciampoli, all’incremento dell’Accademia esercitando in assenza del Cesi e per suo incarico le funzioni di principe e di presidente, tenendosi in rapporti epistolari con i lincei di altre città italiane (soprattutto di Napoli), elargendo tutte le residue energie all’approfondimento delle esperienze galileiane. Contemporaneamente egli offrì tributi alla poesia latina e volgare stringendo rapporti con i letterati più famosi dell’epoca: Agostino Mascardi, Tommaso Stigliani, che fu stipendiato dal Cesarini a Roma e che gli dedicò delle rime, il Marino, il Chiabrera, il Testi, nelle cui liriche il nome del Cesarini appare come quello di un mecenate. Ma si trattò di rapporti umani che egli non poté completamente maturare assillato come fu dal peggioramento delle condizioni fisiche e forse anche tormentato dalle difficoltà finanziarie dovute al suo costume di generosità verso amici e protetti nonché dalle discordie che lo divisero negli ultimi anni dai familiari. Si spense a Roma nell’aprile del 1624. (notizie tratte da wikipedia e dal testo di Claudio Mutini: Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 24 (1980) [35] -.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | -11.26 | 4.49 | – |
Luna | +4.64 | +28.01 | 3.25 | – |
Saturno | +1.53 | +11.04 | 0.60 | – |
Giove | -1.60 | -03.34 | 1.85 | – |
Marte | -0.85 | +17.93 | 5.39 | – |
Venere | +1.44 | -04.97 | 3.34 | -13.67 (n.v.) |
Mercurio | +0.78 | -09.73 | 4.28 | -2.99 (n.v.) |
Tyche | – | – | 1.74 | – |
Daimon | – | – | 1.74 | – |
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Per l’epoca della morte, per i moti diretti osserviamo che la stella Antares (natura Marte/Giove) è all’Oroscopo. Nella direzione Antares giunge alla distanza oraria di 5,97, in prima Casa, e questo è sufficiente a giustificare l’evento.
Il Placido ci dice che nella natività entrambi i malefici sono angolari (Saturno è in decima Casa e Marte è in settima Casa) e Saturno è elevato sopra il Sole. Nello specifico, alla nascita Saturno (decl. -11,01) ha la medesima declinazione del Sole (decl. -11,26); Marte ha una familiarità con il Sole, data da una larga equidistanza dall’orizzonte; ascende lo Scorpione, Marte è il signore dell’Oroscopo e si trova in Toro, non lontano dalle Pleiadi (natura Luna/Marte). D’altra parte, vediamo che la Luna è in ottava Casa, la Sorte di Fortuna è in nona, sul limite dell’ottava Casa (è in ottava Casa la sorte calcolata secondo Placido) ed il Sole è in dodicesima Casa. Alla luce di queste considerazioni, l’afeta di questa natività è l’Ascendente. E la costituzione dell’Ascendente è debole perché il suo signore vi si oppone ed è con le Pleiadi e perché sia Marte che Saturno sono angolari e, quindi, sono nei quadrati dell’Oroscopo. Inoltre, questi malefici angolari sono gli unici astri angolari perché Giove è nel finire della quarta Casa e Venere è in undicesima Casa.
La circostanza rilevante è che Marte domina sull’Ascendente e vi si oppone, questo è il fatto grave. E se, come in questo caso, l’Ascendente è l’afeta, e quindi significa la vita, allora questa condizione di Marte, nelle sue implicazioni, è un fatto grave anche per la vita.
“Generalmente quando si dice che, ad esempio, se Marte è in settima Casa “piaghe ai piedi”, o cose del genere, è soprattutto vero quando Marte è in detrimento e, in questo caso, essendo l’Oroscopo afeta, è un maggior danno che viene indicato nella costituzione del soggetto, perché Marte è signore dell’Ascendente, per cui indica la costituzione fisica, “l’abito” del corpo. Infatti, qui non siamo di fronte ad una morte violenta ma ad una consunzione.” (osservazioni di Giuseppe Bezza)
Al riguardo di questa natività il Placido dice che:
“Poiché Giove era posto in un modo infelice, in quanto retrogrado e tra i raggi dei malefici (Saturno e Marte) – e questa familiarità di Giove a Marte, pur ampia che sia, nello zodiaco viene comunque accettata quando sono interessati gli angoli – significava una seria affezione ai polmoni.”
Quando dice che Giove è tra i raggi dei malefici intende che Giove è testimoniato negli angoli (in Case angolari) principalmente da Marte e da Saturno.
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La Sizigia ed il Novilunio precedente
La Sizigia precedente di questa natività è molto simile alla genitura: sorgono 19°33’ Scorpione e Saturno, Marte e Giove occupano sempre gli angoli, quindi la cattiva condizione della Sizigia si è trasmessa nella genitura.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | -09.47 | 3.60 | – |
Luna | +0.12 | +09.59 | 3.60 | – |
Saturno | +1.51 | +11.20 | 0.21 | – |
Giove | -1.61 | -03.17 | 1.49 | – |
Marte | -1.09 | +17.99 | 5.66 | – |
Venere | +1.48 | -02.51 | 2.45 | -14.92 (v.) |
Mercurio | +1.29 | -06.17 | 3.13 | -6.38 (n.v.) |
Tyche | – | – | 6.00 | – |
Daimon | – | – | 6.00 | – |
Trattandosi di nascita diurna, per l’argomento della vita dobbiamo osservare il Novilunio [36] precedente. In questo caso è l’eclissi di Sole che si realizza il giorno 3/10/1595 alle ore 12,10 di T.U., pertanto, anche da questa figura, osserviamo le condizioni di “cattivo abito” di per sé dell’organismo, più che di morte violenta.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | -03.85 | 1.23 | – |
Luna | +1.22 | -02.71 | 1.18 | -4.63 (n.v.) |
Saturno | +1.47 | +11.72 | 3.03 | -18.49 (v.) |
Giove | -1.64 | -02.51 | 1.84 | – |
Marte | -1.67 | +17.77 | 2.28 | – |
Venere | +1.46 | +04.80 | 2.16 | -18.49 (v.) |
Mercurio | +1.90 | +04.20 | 2.02 | -16.34 (l.e.) |
Tyche | – | – | 5.95 | – |
Daimon | – | – | 5.95 | – |
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Direzione per l’anno 1623
Proponiamo la figura di direzione per la data della morte, l’11 aprile 1624. Nel cerchio interno della figura indichiamo le direzioni nel moto diurno, nel cerchio esterno le direzioni nel moto zodiacale, da osservare entrambe. Inoltre, la legenda indica i confini a cui sono giunti gli astri.
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Confini | Declinazioni | DH | |
Oroscopo | Giove | -21.55 | 6.00 |
Mediocielo | Marte | +01.72 | 0.00 |
Sole | Giove | -18.49 | 2.35 |
Luna | Giove | +21.30 | 4.69 |
Saturno | Saturno | -02.10 | 1.10 |
Giove | Marte | +08.96 | 0.02 |
Marte | Venere | +22.80 | 4.56 |
Venere | Venere | -15.08 | 1.35 |
Mercurio | Giove | -17.92 | 2.17 |
Fortuna | Marte | – | 3.18 |
Daimon | Marte | – | 0.04 |
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In generale il quadrato, l’unione, l’opposizione o il trigono di Giove avrebbero potuto salvare la vita ma, in questo caso specifico, il precisarsi ora del quadrato di Giove all’Oroscopo “non riesce a salvare” perché la costituzione iniziale è particolarmente debole. In questo caso, si riferisce ai polmoni e a sue affezioni: angine, apoplessia o problemi circolatori; e indica principalmente la natura e la qualità della morte.
Anche per questo esempio, possiamo dire che le stelle fisse sono alla stessa stregua delle stelle erranti (dei pianeti) e danno delle caratteristiche conseguenti. In questo caso Antares sorge e ha la natura di Marte che in natività indica la debolezza del corpo.
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Note ulteriori
Per i moti diretti calcolati per l’epoca della fine della vita, oltre a quanto già detto vediamo che: la Luna diretta (DH 4.69; 24°19’ Cancro) scioglie l’equidistanza al Sole di nascita (DH 4.49), è in esagono a Marte (23°44’ Toro) ed è in trigono a Venere di nascita (DH 3.34); il Sole diretto (22°42’ Scorpione) si oppone a Marte di nascita (23°44’ Toro); Tyche diretta (DH 3.18) si unisce alla Luna di nascita (DH 3.25) ed è ancora equidistante a Venere di nascita (DH 3.34); Marte diretto (DH 4.56; 16°26’ Gemelli) è in trigono a Saturno (DH 0.60) e a Venere di nascita (15°58’ Bilancia); Mercurio diretto (decl. -17,92) si oppone per declinazione a Marte di nascita (decl. +17,93).
Inoltre, osserviamo che la stella Algol (DH 5,92) ora tramonta (e si oppone all’Ascendente), mentre la Luna diretta (DH 4,69) si unisce ad Algol di nascita (DH 4,68) e Marte diretto (DH 4,56) giunge alla sua equidistanza (e della Luna diretta), indicando l’aggravamento della malattia.
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Considerazioni
“Le figure di direzione dell’Oroscopo, quando l’Oroscopo è significatore della vita, sono particolari. In dati casi, facendo le diverse figure dirette nei confronti dell’Oroscopo, vi sono a volte condizioni tali per cui possiamo trovarne poche e limitate e possono riguardare persone che vivono poco, magari trent’anni come in questo caso, o vivono fino a tarda età. Come se ci fosse qualche particolare condizione che sfugge o che si comprende poco. Nell’esempio di Cesarini egli muore a 29 anni, ma Marte è già tramontato. Il tramonto di Marte in questa natività, opponendosi precisamente all’Oroscopo, avviene intorno ai dieci anni di età del soggetto, molto prima della fine effettiva della vita.
In termini generali, in ogni caso, la quantità di vita è data comunque come quantità minima a chiunque sia, che questa sia tanta o che questa sia poca. Come vediamo nella dottrina dell’alcocoden, che è la dottrina della potenza vitale che ha ciascuno di noi ed è qualcosa che è inscritto potenzialmente nel nostro codice genetico. Però questo modo è una cosa che “traspira anche da noi stessi”. In una certa misura anche questa cosa è un qualcosa di manifesto, che è alla portata dei sensi, dell’intelligenza. Però, ciò di cui abbiamo appena parlato è la “potenza di vita”, che non è la “quantità di vita”.
In tutte le geniture dove l’Oroscopo è il significatore vitale pensavo che fosse valida anche la direzione che porta l’Oroscopo verso il Mediocielo, ma credo che sia una direzione che non abbia senso e ci si trova di fronte ad una situazione che è questa. Esiste un modo tecnico di computare il tempo e, quindi, anche la vita, e sono tutte le direzioni che noi conosciamo e non possiamo andare oltre questa parte tecnica, ovvero, i modi delle direzioni all’Oroscopo, del Sole, della Luna e così via, sono quelli che conosciamo. Perché, però, ci sono a volte degli eventi che corrispondono alla natura dell’Oroscopo o alla natura del Sole e non ci sono delle direzioni corrispondenti? Perché è uno scambio di nature, per così dire, come in questo caso in cui non c’è stata nessuna direzione di un malefico all’Ascendente però la natura del malefico è stata assunta da Antares, ecco perché è importante l’esame delle stelle fisse.
Intendiamo dire che, vista la natività come un insieme di proposizioni di qualità, di elementi che devono essere giudicati e conosciuto il modo delle direzioni si devono trarre delle conseguenze. Queste conseguenze vengono tratte attraverso l’esame di tutti gli elementi e quindi anche dalle stelle fisse. Perché se mancano figure dei pianeti vi sono figure delle stelle, cioè, vi sono queste “identità di natura“.
Forse, in parte, lo stimolo che ha portato anche Placido a considerare queste cose è stato di non fare le rivoluzioni solari, perché se avesse fatto le rivoluzioni degli anni allora, con le perfezioni, avrebbe osservato l’assenso delle cose e si poteva semplicemente fare il paragone tra due figure, mentre, non facendo le rivoluzioni è come se lui si fosse trovato nella condizione di dover giudicare con i pochi elementi tratti. Poiché comunque questo è possibile, ricercando le possibili direzioni, il Placido è stato stimolato ad approfondire la funzione che hanno le stelle in questi casi, come nell’esempio appena visto, e in questo modo ci insegna qualcosa di importante.” (osservazioni di Giuseppe Bezza)
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La rivoluzione solare
Per completezza dell’indagine, forniamo la figura della rivoluzione solare redatta per il 23/10/1623 alle ore 1,41 di T.U. con l’indicazione degli spazi di perfezione dell’Anno, della Luna, del Sole, di Tyche, di Marte e di Saturno.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | -11.26 | 2.49 | – |
Luna | -0.32 | -07.45 | 3.24 | -8.72 (n.v.) |
Saturno | +0.88 | +16.45 | 4.07 | – |
Giove | +0.80 | +13.52 | 4.68 | – |
Marte | -2.45 | -21.22 | 3.26 | – |
Venere | -4.74 | -27.15 | 0.13 | -20.60 (v.) |
Mercurio | -1.68 | -18.45 | 1.41 | -7.46 (n.v.) |
Tyche | – | – | 5.25 | – |
Daimon | – | – | 5.25 | – |
In rivoluzione osserviamo che la stella Aldebaran (natura Marte/venere) e la stella Antares (natura Marte/Giove) sono lungo il meridiano. Venere (le masse corporee, i tessuti muscolari, “le carni”) è al fondo cielo; all’ingresso della perfezione di Saturno; è unita ad Antares e riceve il trigono di Saturno che è sovreminente (dove Venere è peregrina e Saturno è in esilio).
Saturno è il signore dell’Anno e, con Giove (altro signore dell’Anno), si oppone alla perfezione dell’Anno (Saturno è opposto ai gradi iniziali della perfezione dell’Anno) e alla perfezione del Sole (luminare del tempo). Marte è signore dell’Anno, si presenta nei gradi della perfezione del Sole (il luminare del tempo) e Saturno (con Giove) si oppone alla perfezione. La Luna (DH 3.24) si presenta nella perfezione di Marte ed è in precisa equidistanza con Marte (DH 3.26). La condizione di Venere, la Luna con il nodo, le stelle nocive lungo il meridiano, sono condizioni che fanno pensare ad una situazione che precipita.
In rivoluzione, come in direzione, gli aspetti più significativi (ed affliggenti) sono indicati da Marte, rispetto alla Luna ed al luminare del tempo, a cui si aggiunge Saturno. Venere in rivoluzione è particolarmente afflitta, mentre Giove, che alla nascita è sofferente e predispone ad affezioni respiratorie, ad angine, a colpi apoplettici, è unito ad una stella violenta (Regulus, il cuore del Leone) e subisce la sovreminenza di Saturno.
Come dicevamo, riguardo alle condizioni di nascita, poiché l’Ascendente indica una costituzione debole ed è l’afeta di questo tema, se il signore dell’Anno si oppone all’Anno (e il signore del Sole – luminare del tempo – si oppone alla perfezione del Sole) ora si esprimono delle chiare condizioni di un pericolo per la vita.
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Quarto esempio
Il quarto esempio è la natività di un Uomo nato a Venezia il 25/05/1623 alle ore 6,07 di T.U. (ore 7,07 di fuso). Si tratta del caso di un sacerdote che muore a 40 anni “per mano di uomini”.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | +20.89 | 4.78 | – |
Luna | +1,01 | +08.53 | 2.79 | – |
Saturno | +0.64 | +20.67 | 2.53 | – |
Giove | +0.57 | +21.53 | 3.01 | – |
Marte | -2.59 | -25.01 | 4.18 | – |
Venere | +1.15 | +24.59 | 5.84 | -15.77 (v.) |
Mercurio | -1.58 | +15.53 | 4.16 | -6.12 (n.v.) |
Tyche | – | – | 4.01 | – |
Daimon | – | – | 4.01 | – |
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In questa natività troviamo una figura che a volte può significare morte violenta. Marte è opposto a Giove e Marte è nella costellazione del Sagittario. Inoltre, vediamo che alla nascita il Sole, luminare del tempo, è nella dodicesima Casa ed è unito alle Iadi.
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Osservazioni
Sia la costellazione del Sagittario che la costellazione dei Gemelli sono definite “costellazioni armate e umane” e sono le più temibili per le morti violente per mano d’uomo. Parallelamente alla rappresentazione iconografica dei Gemelli, che hanno una lira e si dilettano, c’è ne è una che rappresenta Ercole con in mano la clava e poi Apollo che tiene la lira. Inoltre, riguardo la costellazione del Sagittario, vi è la rappresentazione costituita dal temibile cavaliere assiro armato con l’arco e la freccia.
Le Iadi e le Pleiadi sono complessi di stelle abbastanza simili tra di loro. E la somiglianza di giudizio tra Iadi e Pleiadi è dovuta al fatto che sono molte stelle, piccole e molto vicine tra loro (sono moltitudini).
La somiglianza sta, ad esempio, nel timore della morte per situazioni causate da altri ed in cui si viene pericolosamente coinvolti (come nel caso di tumulti popolari). In effetti questo è soprattutto il caso quando si nasce al tramonto di queste stelle perché il luogo del tramonto è più pernicioso, in questo caso, che non quando sorge. Però, ancora, quando queste stelle sono con il luminare del tempo o con l’afeta e concordano i malefici, in qualche modo.
La differenza, invece, è nel fatto che le Pleiadi, siccome si proiettano al di sopra di una nube gassosa e la osserviamo come una nebula, e poi sono più luminose delle Iadi, e indicano anche qualcosa di più evidente ed anche di “più nobile” quando indicano il bene. Mentre le Iadi sono più indistinte, sono più difficili da vedere ed inoltre sono molto più vicine ad Aldebaran che non le Pleiadi (perché le Pleiadi sono molto più alte di Aldebaran). Gli arabi chiamano le Iadi le spose di Aldebaran; sono stelle comprese nel catalogo dei vizi dell’animo sensibile: quando concordano con Venere e con la Luna sono vizi di lussuria e, nelle disposizioni sessuali, del desiderio. riferito alle osservazioni climatiche è un asterismo delle piogge: “Iadi” viene da una parola greca che significa “piovere”.
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Direzione per l’anno 1663
Proponiamo la figura di direzione redatta per il 12 dicembre 1663 – arco di direzione 41,80 – giorno in cui, mentre si reca a visitare un infermo, viene aggredito ed ucciso per strada.
Nel cerchio interno indichiamo le direzioni nel moto diurno, nel cerchio esterno le direzioni nel moto zodiacale, da osservare entrambe. Inoltre, la legenda in figura indica i confini a cui sono giunti gli astri.
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Confini | Declinazioni | DH | |
Oroscopo | Giove | +19.67 | 6.00 |
Mediocielo | Mercurio | +05.73 | 0.00 |
Sole | Mercurio | +22.75 | 2.56 |
Luna | Giove | +21.71 | 0.25 |
Saturno | Venere | +08.74 | 5.85 |
Giove | Mercurio | +10.81 | 5.54 |
Marte | Giove/Marte | -15.05 | 4.83 |
Venere | Giove | +20.17 | 3.71 |
Mercurio | Marte | +23.44 | 1.81 |
Fortuna | Marte | – | 1.47 |
Daimon | Mercurio | – | 4.96 |
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Il Placido descrive questo sacerdote come un uomo mansueto ed amante dell’onestà. Si sofferma poi su alcuni aspetti significativi che si realizzano per il movimento di direzione primaria:
“Una certa notte di dicembre (il 12 dicembre), mentre si recava a visitare un infermo fu ucciso per strada. Egli non era ignaro dell’astronomia ed infatti aveva descritto questa figura natalizia e temeva qualcosa del genere. Anni prima aveva sopportato, per un motivo assai banale, la prigionia e delle spese, per l’arrivo di Saturno all’Oroscopo.”
Infatti vediamo che Saturno, nella figura di direzione, è in dodicesima Casa con la distanza oraria di 5,85, quindi, due anni prima Saturno era arrivato all’Ascendente.
Il Placido poi passa a descrivere alcuni aspetti della natività:
“Il Sole, luminare del tempo, è in dodicesima Casa ed è nel parallelo di declinazione di Saturno (Sole decl. +20,89; Saturno decl. +20,67). La Luna è in quadrato con Marte, mentre Mercurio, che è signore del Sole e dell’Ascendente, è in dodicesima Casa anch’egli.”
E precisa che:
“Tutte queste cose che ho detto significavano l’insorgere di inimicizie e di tradimenti”.
Il Placido indica un parallelo nel mondo di Marte con le Iadi, che non sembra esserci perché le Iadi sono, grosso modo, a metà della dodicesima Casa, mentre Marte è quasi sulla cuspide dell’ottava Casa. L’afesis appartiene alla Luna che giungeva nella figura di direzione a 8°09’ Gemelli, presso Aldebaran. E poi Marte giunge all’opposizione del Sole. Poi Saturno si unisce a Venere nel moto diurno. Venere è il pianeta che è all’Ascendente di natività e ha una grande importanza perché è anche il Signore della Genitura.
Il Placido prosegue il racconto e dice che:
“la Luna si unisce ad Aldebaran prima secondo longitudine nello zodiaco, poi nel circolo orario e, quella notte, tra il 12 ed il 13 di dicembre, in cui fu ucciso, la Luna era nel primo grado dei Gemelli con Marte che era ad 1° Vergine.”
Noi vediamo che, per il moto di entrambi, la Luna si muoveva con il quadrato di Saturno, con Saturno al sorgere e la Luna a culmine. Questo aspetto, anche se largo, era già presente alla nascita e, comunque, nel momento in cui si verifica il quadrato nel moto di direzione questi astri sono angolari. Questo aspetto di direzione ha innanzitutto un valore aneretico ma è anche una direzione che significa le calunnie, le infamie che si subiscono da altri.
Continuando nel racconto del Placido egli dice:
“In questo esempio può nascere difficoltà dalle parole di Tolomeo quando dice che le stelle che sono sotto i raggi del Sole non valgono né a salvare né a nuocere. A questo rispondiamo che Tolomeo parla probabilmente delle configurazioni, non dei loro incontri. Vediamo infatti che le stelle sorgendo con il Sole, producono grandi effetti nelle mutazioni degli elementi o certamente parla dei pianeti, non delle stelle fisse.”
Questo probabilmente il Placido lo dice per Aldebaran perché non si riferisce a nessun altro pianeta.
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Note ulteriori
Per i moti diretti calcolati per l’epoca della fine della vita, oltre a quanto già detto vediamo che: Marte diretto (19°20’ Acquario) è in esagono alla Luna di nascita (19°23’ Ariete); Saturno diretto (decl. +8,74) giunge alla declinazione della Luna di nascita (decl. +8,53); il Sole diretto (DH 2.56) giunge all’equidistanza di Saturno di nascita (DH 2.53); Venere diretta (0°04’ Leone) si unisce a Saturno (di nascita (0°41’ Leone); Saturno diretto (DH 5.85) si unisce a Venere di nascita (DH 5.84); Tyche diretta (DH 1.47) giunge al trigono di Saturno di nascita (DH 2.53); Mercurio diretto (DH 1.81) giunge al quadrato di Marte di nascita (DH 4.18); Marte diretto (decl. -15,05) si oppone per declinazione a Mercurio di nascita (decl. +15,53).
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La rivoluzione solare
Per completezza dell’indagine, forniamo la figura della rivoluzione solare redatta per il 24/5/1663 alle ore 21,15 di T.U. (ore 22,15 di fuso) con l’indicazione degli spazi di perfezione dell’Anno, della Luna, del Sole, di Marte e di Saturno.
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latitudini | declinazioni | DH | visibilità | |
Sole | – | +20.89 | 2.49 | – |
Luna | +4.36 | -19.04 | 5.28 | – |
Saturno | +1.70 | -20.83 | 3.51 | – |
Giove | +0.75 | -21.38 | 3.25 | – |
Marte | -0.69 | +11.85 | 0.20 | -11.36 (n.v.) |
Venere | +1.32 | +24.80 | 5.38 | -17.10 (v.) |
Mercurio | -0.40 | +18.85 | 1.73 | -3.93 (n.v.) |
Tyche | – | – | 3.21 | – |
Daimon | – | – | 3.21 | – |
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Nella rivoluzione dell’anno le cose dovrebbero essere più evidenti. La Luna sorge nello spazio di perfezione di Saturno e abbiamo visto che si era realizzata per direzione la configurazione tra la Luna e Saturno, quindi è una conferma di questo. Inoltre, vediamo un quadrato preciso tra la Luna in Capricorno, al sorgere, e Marte in Toro, al fondo cielo, quando entrambi sono angolari. Vediamo che Marte si oppone alla Sorte della Vittoria (Nike) [37] che culmina in rivoluzione. La Sorte di Nemesi [38] tramonta e quindi fa opposizione alla Luna e quadratura a Marte. La Sorte di Malattia (Sinos) [39] è con Daimon [40] e con il nodo lunare nord. Osserviamo, inoltre, che in rivoluzione la Sorte della Necessità è unita a Marte.
In generale, le sorti in rivoluzione danno sempre qualche giudizio e aggiungono qualcosa. E, comunque, dal modo con cui venivano utilizzate nella tradizione e una esperienza fatta di tanti temi trattati, quello che emerge è che le sorti in rivoluzione solare danno piuttosto l’evento. Cioè, nelle rivoluzioni solari in cui ci sono degli eventi singolari questi appaiono perché le sorti si dispongono a modellare questo evento.
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Conclusioni
Si è voluto intenzionalmente lasciare una forma essenziale, seppur esaustiva degli aspetti fondanti, delle descrizioni dei temi e delle considerazioni sulle loro particolarità, certo di aver incuriosito ricercatori e studiosi di astrologia classica.
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Note
[1] Placido Titi nacque a Perugia dalla famiglia nobile dei Titi. Il padre morì presto e Placido venne cresciuto dalla madre Cecilia. Ha studiato dapprima all’università di Padova dove suo zio era professore di teologia. Il ducato di Milano a quel tempo era governato dagli Asburgo di Spagna, amministrato dall’arciduca Leopoldo Guglielmo d’Austria, che aveva forte interesse nella scienza dell’alchimia e dell’astrologia, e Placido gli dedicò le case astrologiche. Infatti Placido Titi rese famoso il sistema delle case, noto come sistema placidiano, che è quello dell’astrologia moderna. Egli non inventò il metodo, lo ha appreso dall’astrologo ebreo Abraham Ibn Ezra come il sistema impiegato da Tolomeo, un’attribuzione che fu accettata da Placido.
I riferimenti alle natività sono ripresi dal testo di Placido Titi contenuto nella sua opera “De diebus Decretoriis”, un trattato di medicina astrologica. Afferma in effetti il Titi che tutte le interpretazioni compiute mediante l’arte astrologica sono simili al giudizio che si dà di una malattia. Il metodo di interpretazione del Titi appare comunque fedele al procedimento tecnico tolemaico.
[1601-1668] De Diebvs Decretoriis et Aegrorum Decvbitv. Ad iuuandam pręclaram Artis Medicę Professionem iuxta Summor. Pontif. & Sacr. Concil. Tridentini indultum, Epitome Astrosophica Physicis maximè rationibus, deindè Galeni, Aristot. & Ptolemaei praeceptis contexta. A’ D. Placido De Titis Pervsino Olivetano In Almo Tycinensi Gymnasio Mathematicar. Professore publicè exhibita Cum LX. Exemplis apud grauissimos Authores inuentis. Tomvs Primvs. Ticini Regii [Pavia], M.DC.LX. (1660). Ex officina Ioannis Andreae Magrij, in via Noua. De diebus decretoriis et morborum cavsa caelesti Ad iuuandam praeclaram Artis Medicae Professionem iuxta Summor. Pontif. & Sacr. Concil. Tridentini indultum, Epitome Astrosophica Physicis maximè rationibus, deinde Galeni, Aristot. & Ptolemaei praeciptis contexta: A’ Placido De Titis Pervsino Olivetano In Almo Ticinensi Gymnasio Mathematicar. Professore publicé exhibita. Cum L. Natalium Exemplis partim apud grauissimos Authores inuentis, partim ab eruditorum manu traditis. Tomus secundus. Ticini Regii [Pavia], ex officina Ioannis Ghidini, M.DC.LXV. (1665).
Opera tecnicamente importante e completa, sia pure con prevalenza dei profili medico-patologici. E’ interessante la ricostruzione in chiave astrologica della sollevazione del popolo napoletano nel 1647, attribuita alla congiunzione tra Giove e Saturno e alla contemporanea quadratura tra Saturno e Marte. Gli eventi sono descritti astrologicamente e astronomicamente per quattordici giorni consecutivi, a decorrere dal 7 luglio 1647. In questo stesso ambito l’Autore redige e commenta l’oroscopo di Masaniello, che di quella rivolta fu l’eroe. I 60 diagrammi astrologici nel primo volume riguardano condizioni morbose e risoluzione delle stesse, secondo le opinioni espresse da Argoli e Magini, dalle opere dei quali sono tratti tutti gli esempi forniti da De Titi. Le stesse considerazioni valgono per i 50 oroscopi pubblicati nel secondo volume: in entrambi i casi, ad evidenza, senza alcuna preoccupazione (dell’Autore) per la violata privacy dei soggetti esaminati, di cui vengono descritti, talora crudamente, tempi, modi e sviluppi delle più varie condizioni morbose. Le due opere descritte vengono spesso vendute separatamente, ma devono in tal caso considerarsi non complete.
Esemplari: Bibl. Seminario Maggiore, Padova (solo il primo Tomo); Bibl. A. Cialdi, Civitavecchia (solo il primo Tomo); Bibl. Paroniana, Rieti; Bibl. Consorziale di Viterbo; Bibl. Naz. Centr. Vittorio Emanuele II, Roma (1 esemplare del primo Tomo e 2 esemplari del secondo); Bibl. civica Giovanni Canna, Casale Monferrato; Bibl. Marciana, Venezia; British Library (solo il primo Tomo); Cambridge University; Bodleian Library Oxford; BNF (solo il primo Tomo); Staatsbibliothek Berlin (solo il primo Tomo); The National Library of Medicine of the USA (solo il secondo Tomo); University of Michigan (solo il primo Tomo); Cornell University, New York.
Bibliografia: Bruni-Evans 5319 e 5320; Gardner 1225 (solo il primo Tomo); Thorndike VIII p. 302; Houzeau-Lancaster 5894 (solo il primo Tomo); Bibl. Magica 1171; Bezza II 1108.
[2] Moto primo o direzione di un punto della sfera locale è il suo spostamento nel senso del moto diurno verso un secondo punto, rimanendo invariate le sue coordinate celesti dell’istante iniziale. L’arco che il primo punto percorre in gradi equatoriali è l’arco di direzione. Quando il primo punto giunge per direzione al circolo orario del secondo punto, si dice che tra i due punti avviene un incontro di direzione. L’osservazione di questo moto costituisce il primo fondamento dell’arte della previsione astrologica (spiegazione contenuta nel glossario del sito www.cieloeterra.it).
[3] “Luoghi afetici – gradi morti. Per quanto concerne i luoghi afetici Tolemeo considera come inizio del primo luogo i “cinque gradi” che precedono l’Ascendente, e così per tutte le altre Case. Questi 5 gradi non sono gradi eclittici, ma sono gradi di AOCH o DOCH, pari a 5 trentesimi di Casa, ovvero 1/6 della doppia ora temporale, che corrispondono a una DH di 0,333 ore temporali dalla cuspide. Con questo si vuole dire che quando il Sole sorge entra nella 12° casa, ma finché non si è separato di oltre 1/6 della doppia ora temporale non si è ancora completamente separato dall’Ascendente, e così per le altre Case. Questo spazio di 5 gradi non si deve applicare solo ai luoghi afetici, ma sempre, in tutti i giudizi. È un concetto simile a quello della vis luminis dei pianeti, ma mentre la vis luminis varia da pianeta a pianeta, nel moto diurno questi 5 gradi sono una quantità fissa, che vale per tutte le Case e per tutti i corpi celesti. Sono i gradi che Al-Bîrûnî chiama i “gradi morti”. Il discorso è simile a quello fatto da Gauquelin, che tuttavia ha trovato degli spazi molto più ampi. Però se si considera che la maggior parte delle natività vanno sempre anticipate, allora i valori di Gauquelin si avvicinano a quelli tolemaici (considerazioni di Giuseppe Bezza)”.
[4] Per l’argomento della durata della vita gli Arabi, con la teoria dell’Hyleg, considerano afetici anche alcuni luoghi posti sotto l’orizzonte e formulano una serie di considerazioni che solo in parte coincidono con quanto esposto da Tolomeo.
[5] Hairesis – fazione – setta: è la condizione diurna o notturna di un astro, la sua appartenenza alla fazione del giorno o della notte; la concordia tra la fazione dei pianeti dominanti e il tempo della nascita (diurna o notturna) è fondamentale per il giudizio. I pianeti che rispettano la propria hairesis (in genitura diurna i diurni, in genitura notturna i notturni) operano nel modo migliore, secondo natura e giustizia; quelli che non rispettano la propria hairesis operano in modo contrario, con ostacoli e difficoltà. Il rispetto dell’hairesis non indica una maggior forza del pianeta ma un miglior modo di operare. Altre condizioni di rispetto dell’hairesis sono per i diurni, essere sopra l’orizzonte, avere luce crescente ed essere in segno maschile, per i notturni essere sotto l’orizzonte, avere luce calante ed essere in segno femminile (spiegazione contenuta nel glossario del sito “cieloeterra.it”).
[6] Il novilunio che precede la nascita è come una matrice che influenza i “caratteri fondamentali” di tutte le nascite dei giorni successivi fino al successivo plenilunio. Ha una natura solare, fa parte dell’hairesis diurna e sull’argomento della durata della vita viene osservato preferenzialmente nelle nascite diurne anche nel caso in cui la prima figura nei giorni precedenti la nascita fosse un plenilunio.
[7] Tolomeo, delle sorti, a differenza degli arabi, prende in considerazione solo la Parte di Fortuna (Tychê) e la pone tra i cinque luoghi vitali da osservare in ogni tema di nascita. Il modo del calcolo di questa sorte non muta per le nascite diurne e notturne.
[8] Il plenilunio che precede la nascita è una matrice che influenza i “caratteri fondamentali” di tutte le nascite dei giorni successivi fino al successivo novilunio. Ha una natura lunare, fa parte dell’hairesis notturna e sull’argomento della durata della vita viene osservato preferenzialmente nelle nascite notturne anche nel caso in cui la prima figura nei giorni precedenti la nascita fosse un novilunio.
[9] Signori della triplicità/trigonocratori: nel giorno/nella notte
Triplicità di fuoco Ariete, Leone, Sagittario Sole Giove
Triplicità di terra Toro, Vergine, Capricorno Venere Luna
Triplicità di aria Gemelli, Bilancia, Acquario Saturno Mercurio
Triplicità di acqua Cancro, Scorpione, Pesci Venere Marte
Doroteo di Sidone e gli arabi assumevano tre signori del Trigono o trigonocratori: primo trigonocratore, secondo trigonocratore e partecipante; e suddividevano i tempi della vita, del matrimonio e di tutte le questioni, in tre parti. Nell’esperienza fatta finora, con l’intento di cogliere dati essenziali e certi, è pienamente efficace l’osservazione di due soli trigonocratori.
[10] Il Confine è la prima delle due dignità minori e consiste nella divisione di ciascun segno zodiacale in cinque settori di ampiezza variabile, ognuno dei quali viene assegnato ad uno dei cinque pianeti, esclusi i due luminari. I sistemi di divisione dei segni in confini riportati nell’astrologia classica sono tre: un sistema caldeo, uno egizio (a cui ci si riferisce nell’articolo) ed uno tolemaico. Il criterio di attribuzione dei confini sembra essere in relazione, come dice lo stesso Tolemeo, con i tempi ascensionali dei segni, ma sicuramente è stato successivamente corretto in base all’esperienza. Il confine ha molta forza ma il suo effetto è limitato nel tempo e riguarda i mutamenti brevi. È detto anche “termine” (spiegazione contenuta nel glossario del sito “cieloeterra.it”.
[11] Nella dottrina della durata della vita anereta è il pianeta ‘uccisore’ che, unendosi (precisando un aspetto) per direzione all’afeta, determina la fine della vita. Di norma l’anereta è o Marte o Saturno, ma talvolta anche il Sole può assumere virtù aneretica. La direzione aneretica può avvenire per corpo, per raggio, per declinazione, nello zodiaco o nel mondo. Gli anereti sono 16, secondo il Nabod:
- 2 unioni dei due malefici;
- 2 quadrati destri o sinistri dei malefici;
- 2 opposizioni dei malefici;
- il quadrato dell’afeta medesimo, poiché, di norma (con delle considerazioni al riguardo), la durata della vita non supera mai il quadrato dell’afeta a se stesso;
- 2 raggi dei malefici secondo le parti equipollenti;
- 2 raggi dei malefici secondo le parti isanafore;
- 2 esagoni dei malefici da segni di lunga ascensione;
- 2 trigoni dei malefici da segni di breve ascensione;
- l’unione del Sole alla Luna, quando la Luna è afeta ed il Sole è afflitto da un malefico e non vi è l’aiuto di un benefico;
I punti aneretici, nella realtà, sono molti di più. I malefici recano danno anche con le figure di paralleli nel mondo (equidistanze).
Gli Arabi e Ibn Ezra considerano anereta il grado Ascendente quando afeta è la Luna, in quanto di diversa natura.
Mercurio diventa anereta quando è commisto alla natura dei malefici o congiunto ad una stella violenta.
Ibn Ezra considera anereta il Nodo Lunare Australe quando la Luna è afeta.
Il Magini considera capaci di uccidere anche alcune stelle fisse come le Pleiadi, Aldebaran, Antares, Polluce, Algol, Bellatrix.
[12] Di norma appare essere investito di virtù aneretica piuttosto quel malefico che contraddice l’hairesis, quindi piuttosto Saturno nelle geniture notturne e Marte nelle diurne. Questo perché di norma il malefico che rispetta l’hairesis agisce secondo natura, mentre il malefico che contraddice l’hairesis agisce contro natura e quindi ha più virtù aneretica dell’altro. Sono più operanti, in senso generalissimo, i pianeti che sono sopra l’orizzonte piuttosto che quelli che sono sotto; per cui nel giorno Marte sopra l’orizzonte è operante contro hairesis, così come nella notte Saturno sopra l’orizzonte è operante contro hairesis; però, poiché i pianeti divengono operanti anche occupando un angolo, quando nel giorno i notturni (o nella notte i diurni) occupano un angolo sono operanti contro hairesis.
[13] La prima questione riguarda il caso in cui è un pianeta malefico che domina sui tre luoghi vitali, può essere eletto afeta? Gli astrologi hanno risposto in modo diverso. La maggioranza degli astrologi bizantini assume anche i malefici, mentre Placido, ad esempio, si rifiuta di assumere un malefico come afeta. Questo è un discorso che riguarda esclusivamente la vita, la quantità di vita. Il Placido non prende i malefici perché i malefici non si prendono cura della vita, poiché il loro temperamento non si accorda al temperamento umano, ma in realtà non vi è ragione di non assumerli se hanno i dominî richiesti (al proposito vedasi l’articolo di Mario Costantino: “Un eccellente figlio di Saturno, Napoleone Bonaparte”).
[14] La teoria dell’alcocoden non ci è giunta completa e alcune considerazioni che possiamo leggere sull’argomento sono di sicuro interesse per poter giungere a congetture ulteriori.
Alcocoden è la trascrizione latina di un termine persiano che è “kadƒud‹ah”, che significa “padrone di casa”, “maestro del domicilio” e corrisponde al termine greco “oikodespotes”, signore del domicilio o padrone di casa. E’ un concetto astrologico che non nasce in Iran e neanche nell’astrologia islamica successiva ma nasce nella letteratura greca tra il primo secolo a.C. e il quarto secolo d.C. Ne parla Doroteo e lo troviamo col nome di “signore della genitura” in Paolo d’Alessandria, il quale scrive nel primo secolo a.C. Tra il testo di Paolo d’Alessandria e i testi degli astrologi arabi vi sono molte somiglianze con alcune diversità che concernono i requisiti per la ricerca del signore della genitura e dell’alcocoden. Ne parla anche Vettio Valente, pur con delle differenze rispetto a Paolo d’Alessandria e ad altri. Tolomeo non dice nulla al riguardo dell’argomentazione dell’alcocoden, svolta soprattutto dagli Arabi ma introdotta dagli astrologi greci. Nonostante questo in Tolomeo c’è una forma personale di alcocoden che è mostrata quando parla dei significatori della vita nel giorno e nella notte: il pianeta che ha maggiori diritti sui tre significatori dell’hairesis diurna o notturna è una sorta di alcocoden tolemaico e l’osservazione di questo signore è comunque utile per formulare una congettura di una approssimativa quantità di vita.
[15] La distanza oraria si riferisce alla suddivisione del giorno in 24 ore ed è la misura oraria dell’astro osservato nella sua posizione relativa rispetto alla linea meridiana (asse fondocielo/mediocielo) ed alla linea dell’orizzonte (asse ascendente/discendente). I valori in distanza oraria (DH) indicati nella figura di direzione partono da un valore zero in prossimità del meridiano e determinano i quattro quadranti di sei ore l’uno del cerchio completo, nel seguente modo: dal fondocielo all’ascendente e dal fondocielo al discendente da 0 a 6 ore; dal mediocielo all’ascendente e dal mediocielo al discendente da 0 a 6 ore. Questo significa dire che l’astro situato esattamente sulla cuspide della seconda, dell’undicesima, della nona e della quinta Casa ha un valore di distanza oraria pari a 2 ore (DH 2.00); l’astro situato precisamente sulla cuspide della prima, della dodicesima, dell’ottava e della sesta Casa ha un valore di distanza oraria di 4 ore (DH 4.00), e così via.
[16] In questa colonna viene fornito il dato della visibilità degli astri per il giorno della nascita. Con la sigla v. intendiamo “visibile” o fuori dai raggi del Sole; con la sigla n.v. intendiamo “non visibile” o sotto i raggi (invisibilità e combustione). Con la sigla l.e. indichiamo la “levata eliaca” (che può essere mattutina o vespertina), con t.e. il “tramonto eliaco” (mattutino o vespertino). Con la sigla c. intendiamo la combustione del pianeta molto vicino al Sole, entro i tre gradi.
[17] Per questa e per le altre sorti indicate nell’articolo ci riferiamo al sistema di calcolo successivo a quello adottato da Placido Titi e da Adriano Negusanzio. Qualche anno dopo la morte di Placido, nella ristampa della Coelestis Philosophia del 1675, Francesco Brunacci e Francesco Maria Onorati propongono un metodo di calcolo che mantiene la stessa struttura del calcolo del Placido ma viene svolto interamente sull’equatore operando con l’ascensione obliqua dell’oroscopo e con le ascensioni miste (am) dei luminari, ovvero con le aoch nell’emisfero ascendente e con le doch in quello discendente, in modo da ottenere l’ascensione mista della sorte. Sulle argomentazioni teoriche e le modalità del calcolo, si segnala l’articolo pubblicato all’interno del sito www.cieloeterra.it dell’associazione Cielo e Terra “La sorte oraria, il vero oroscopo lunare”, di Marco Fumagalli, che amplia quanto già indicato nell’altro suo articolo “il calcolo delle sorti secondo Placido Titi” (pubblicato su Linguaggio Astrale n. 103 di giugno 1996).
La Sorte di Fortuna, Tyche, in ogni genitura può rappresentare il corpo, la vita, le acquisizioni, le sostanze materiali, la convivenza, il matrimonio e quanto viene condiviso nella vita di coppia. In ambito religioso, sono i beni condivisi nella comunità e la comunione con gli altri. Come la Luna, può esprimere qualcosa riguardo la casa, il domicilio, il luogo in cui si vive.
[18] Nelle nascite che avvengono di giorno (da quando il Sole sorge al suo tramonto) il luminare del tempo è il Sole. Tramontato il Sole, parliamo di nascite notturne in cui il luminare del tempo è la Luna.
[19] Nell’argomento dei “generi di morte” vi è un capitolo di Tolemeo in cui viene chiarito tutto il complesso esame che, dopo una conoscenza della qualità della vita, individuato il luogo aneretico, consente di osservare la qualità della morte. A lato di questo esame c’è un modo più compendioso che si basa sulla situazione di nascita e sulle testimonianze che ricevono i luminari, per cui una genitura può indicare un esito violento quando l’afeta è configurato, alla nascita, ad un malefico, in un certo modo, soprattutto quando concorrono determinate stelle fisse che collaborano alla natura dei malefici.
Il Placido Titi effettua una sintesi sulla natura di varie stelle, riguardo l’esito della vita, e ne chiarisce le condizioni in cui si mostra più fortemente l’azione della stella, a cui fa seguire questo breve elenco:
– le Pleiadi e Iadi: la morte nell’acqua, il soffocamento, l’angina;
– l’Occhio del Toro: fuoco, spada, ferite, strangolamento, lussazioni varie (incidenti con mezzi di trasporto), pene capitali;
– Algol: pene capitali;
– il Cuore dell’Idra: veleno, farmaci, morbi contagiosi;
– Sirio e Procione: ferite, contagi, naufragi;
– il Cuore del Leone: fuoco, spada, percosse, affezioni cardiache, sincopi;
– la Coda del Leone: lussazioni (incidenti con mezzi di trasporto), morte nell’acqua;
– Arturo: ferite, cadute (incidenti con mezzi di trasporto);
– Spica: dolori colici, dissenterie, veleno, farmaci, idropisia;
– il Cuore e la Coda della Scorpione: veleno, ferite, morte nell’acqua, affezioni al cuore;
– Alfa Erculis (Ercole): percosse, pene capitali;
– le stelle della Balena (Cetus): naufragi;
– la brillante del Pesce Australe (Fomalhaut): morte nell’acqua;
– le stelle di Ofiuco: veleni.
[20] Il movimento di direzione primaria rappresenta una rotazione della volta celeste, della sfera locale che, partendo dalla posizione iniziale all’istante della nascita, si muove secondo il moto diurno.
La direzione nel mondo è quando un astro si muove nel suo moto diurno, però, muovendosi nel suo moto diurno resta fermo nel suo grado zodiacale, allora la sua virtù rimane impressa in questo grado zodiacale.
La direzione nello zodiaco è quando un astro rimane fisso nella sua posizione nel mondo e tutti i gradi dello zodiaco salgono a lui. Allora, dire che un astro rimane fisso nella sua posizione nel mondo, ad esempio in decima Casa, è dire che la sua virtù nel mondo permane e non si muove, e tutti i gradi dello zodiaco salgono indicando i cambiamenti e il mutare delle cose.
[21] Si rimanda a quanto contenuto nella nota n. 10.
[22] Il Magini considera capaci di uccidere anche alcune stelle fisse come le Pleiadi, Aldebaran, Antares, Polluce, Algol, Bellatrix.
[23] Un’importanza capitale, nella previsione degli eventi futuri, è accordata alle rivoluzioni degli anni. La procedura consiste nel determinare una figura del cielo al momento in cui il Sole ritorna al medesimo minuto zodiacale in cui si trovava alla nascita. Essa era associata ad una progressione regolare e costante del moto diurno mediante la quale venivano stabiliti i luoghi annui dei significatori (l’alinthye dall’arabo intiha’, termine o compimento, la teléiosis degli astrologi bizantini, la perfectio degli astrologi medievali, la profectio degli astrologi tardo-medievali e rinascimentali). Ad entrambe si riferisce Tolemeo: alla perfectio, quando parla dei luoghi annui e mensili; alla rivoluzione annua quando parla degli ingressi”.
[24] Si chiarisce che qui viene presa in considerazione la misura, proposta da Schoch, della quantità dell’arco condotto dallo zenith al nadir e passante per i luoghi dell’astro e del Sole, tale da consentire la prima o ultima visibilità dell’astro ad oriente (levante) o ad occidente (tramonto); per Mercurio tali valori vanno da -13.00 a –9.50 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); per Venere tali valori vanno da -5.80 a -5.20 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); ); per Marte tali valori vanno da -14.30 a -13.12 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); per Giove tali valori vanno da -9.00 a -7.30 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); per Saturno tali valori vanno da -13,00 a -10.18 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino). Per valori inferiori di segno negativo) il pianeta è invisibile o combusto, per valori superiori (di segno negativo) ma vicini a quelli proposti, vi è la condizione di visibilità e di una maggior forza ed operatività.
Arcus visionis: (a.v.) è l’arco di depressione sotto l’orizzonte, o altezza negativa, che il Sole deve avere perché un corpo celeste che sorge o che tramonta prima o dopo il Sole risulti visibile all’occhio umano. Ciascun corpo celeste, sia esso una stella o un pianeta, ha un diverso arcus visionis che dipende dalla sua magnitudine apparente: maggiore è la luminosità del corpo celeste, minore è il suo arcus visionis, ovvero l’astro può essere visibile all’orizzonte anche con un cielo più chiaro. Per un corretto calcolo dell’arcus visionis occorre considerare la differenza in azimut tra il luogo in cui sorge (o tramonta) l’astro e quello in cui sorge (o tramonta) il Sole.
[25] La Sorte del Furto reca in sé il significato di qualcosa che ci viene sottratto, di circostanze che possono essere traumatiche, di situazioni che risultano di una certa gravità e pericolosità.
[26] La Sorte di Eros, sorte di Venere, esprime il personale modo di vivere l’amore, i desideri, le brame; insieme a Basis, riguardo il temperamento ed il fisico, esprime la qualità della vitalità e del vigore fisico.
[27] La Sorte della Necessità, Ananke, può esprimere le difficoltà che si possono presentare nei legami e nella vita in generale, il destino; in dati casi gli accidenti violenti.
[28] La Sorte del Fondamento, Basis, è la sorte che, secondo la tradizione, esprime il fondamento, l’origine, il legame tra corpo e anima. Indica qualcosa riguardo ciò che può costituire il baricentro personale, e che può rappresentare, una volta compreso, il punto fermo, il punto di equilibrio.
[29] La Sorte dei Figli, indica i figli e, per la condizione del dominatore della sorte, il carattere e le questioni che riguardano i figli. La sorte dei Figli ed il suo signore, a seconda di come si presentano nella rivoluzione solare, esprimono qualcosa sulla procreazione e le questioni concernenti i figli.
[30] Fonti e Bibl.: C.A. Manzini, Parentalia in obitumarchionis, et equitiscommendatarii d. Io. Baptistae Manzini, in Id., Le comete, Bologna 1665, pp. 5-18; V. Zani, Memorie, imprese e ritratti de’ signori Accademici Gelati di Bologna, Bologna 1677, pp. 299-304; A. Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi e dell’opere loro stampate e manoscritte, Bologna 1714, pp. 202 s.; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, V, Bologna 1786, pp. 211-215; P. Daru, Histoire de la République de Venise, I, Paris 1819, p. 588; S. Mazzetti, Memorie storiche sopra l’Università e l’Istituto delle scienze di Bologna, Bologna 1840, pp. 329, 395; Id., Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa Università, e del celebre Istituto delle scienze di Bologna, Bologna 1847, pp. 196 s.; A. Albertazzi, Romanzieri e romanzi del Cinquecento e del Seicento, Bologna 1891, pp. 330-335; E. Bertana, La tragedia, Milano s.d., p. 129; G. Raya, Il romanzo, Milano 1950, pp. 126 s., 132; A.N. Mancini, Il romanzo del Seicento. Saggio di bibliografia, in Studi secenteschi, XII (1971), pp. 448 s.; Id., Romanzi e romanzieri del Seicento, Napoli 1981, pp. 11, 37, 45-51, 67; M. Capucci, Il romanzo a Bologna, in “La più stupenda e gloriosa macchina”. Il romanzo italiano del sec. XVII, a cura di M. Santoro, Napoli 1981, pp. 3-36; C. Ossola, Elogio del nulla, in Il segno barocco, a cura di G. Nocera, Roma 1983, pp. 109-134; G.L. Betti, L. M. a Venezia tra gli Incogniti, in Ateneo veneto, CLXXV (1988), pp. 169-179; F. Antonini, La polemica sui romanzi religiosi: una lettera da Parigi di Ferrante Pallavicino, Firenze 1990, pp. 41, 43-46, 54-57, 62 s., 65 s.; S. Breton, La pensée durien, Kampen 1992, pp. 17-19; G.L. Betti, La penna e l’archibugio. Note su Giovan Battista, Carlo Antonio e L. Manzini, in Strenna storica bolognese, XLIV (1994), pp. 37-53; Id., Letteratura e politica nei romanzi religiosi di L. M., in Studi secenteschi, XXXVI (1995), pp. 181-192; A. Mura Porcu, Elementi di storia della lingua nei romanzi del ‘600, in Una lezione sempre viva. Per Mario Baratto, dieci anni dopo, a cura di F. Bruni et al., Roma 1995, pp. 385-414; G.L. Betti – G. Zannoni, Opere politiche a stampa di autori bolognesi conservate nella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna (1550-1650), in L’Archiginnasio, XCII (1997), pp. 242-251; C. Ossola, Elogio del nulla, in Le antiche memorie, cit., pp. XVII-XXIV; M. Catucci, Giuditta a Mantova. La “Flegra in Betuglia” di L. M., in Sincronie, III (1999), pp. 232-241.
[31] Il ventre indica la quantità e l’incremento dell’evento significato. Nel corpo fisico indica la quantità delle masse corporee e, più in generale, l’alterazione sia in senso fisico che in senso morale. L’essere nel ventre significa l’alterare velocemente le cose e, per i significatori dell’animo (Mercurio e Luna), un modo variegato degli stati d’animo e delle decisioni.
[32] Si rimanda a quanto contenuto nella nota n. 17.
[33] La Sizigia è il novilunio o il plenilunio che precede la nascita ed è come una matrice che influenza i “caratteri fondamentali” di tutte le nascite dei giorni successivi fino al successivo novilunio/plenilunio. Ha una natura solare (novilunio)/lunare (plenilunio), fa parte, rispettivamente, dell’hairesis diurna/notturna.
[34] Si rimanda a quanto contenuto nella nota n. 24.
[35] Fonti e Bibl.: G. Galilei, Opere (ed. nazionale), XX, Indice dei nomi (p.125), Indice biografico (p. 416); F. Testi, Lettere, I, Bari 1967, pp. 28, 34, 120; I. N. Erithraei [G. V. Rossi] Pinac. imaginum ill. doctrina velingenii laude virorum …, I, Coloniae Agrippinae 1645, pp. 59 s.;P. Mandosio, Bibliotheca Romana, Roma 1666, p. 69; N. Ratti, Memoria sulla vita di quattro donne illustri della casa Sforza e di mons. V. C., Roma 1785; N. Conigliani, V. C., Piacenza 1928; G. Gabrieli, Due prelati lincei in Roma alla corte di Urbano VIII: V.C. e Giovanni Ciampoli, Roma 1930; L. von Pastor, Storia dei papi, XIII, Roma 1931, p. 915; E. Raimondi, Il “Teatro delle Meraviglie“, in Letteratura barocca, Firenze 1961, p. 331; Id., Alla ricerca del classicismo e Paesaggi e rovine nella poesia di un virtuoso, in Anatomie secentesche, Pisa 1966, pp. 38 s., 43-72; A. Belloni, Il Seicento, Milano s.d., ad Indicem; C. Varese, Teatro, prosa, poesia, in Storia della letteratura italiana, a cura di E. Cecchi-N. Sapegno, V, Milano 1967, pp. 796 s.
[36] Si rimanda a quanto contenuto nella nota n. 6.
[37] La Sorte della Vittoria, Nike (sorte di Giove), ora, opponendosi a Marte, rievoca ed esplicita un significato di violenza già visto nel tema di nascita (che in questo caso si subisce).
[38] La Sorte di Nemesi, Nemesis, può rappresentare esperienze in cui bisogna confrontarsi con difficoltà impegnative ed affanni; in dati casi, dice qualcosa riguardo la propria rovina e la morte.
[39] La Sorte di Malattia, o del pericolo, indica situazioni che possono costituire un pericolo più o meno grave; in dati casi indica l’occasione violenta, la malattia inseparabile.
[40] La Sorte del Genio, Daimon, in ogni genitura può rappresentare l’intelletto, l’animo, il comportamento, i desideri profondi e le istanze interiori che indirizzano le scelte importanti della nostra vita.