Sui fondamenti del prevedere: premessa necessaria
La dottrina astrologica consente di prevedere gli eventi futuri. Nell’evoluzione delle conoscenze astrologiche, attraverso l’osservazione del cielo stellato, delle orbite dei pianeti, del Sole e della Luna, si è posto un nesso diretto tra i “movimenti dei cieli” e le “vicende degli esseri umani sulla terra”.
Il moto astronomico della “sfera” che, dal momento della nascita di ogni individuo, continua il suo movimento, è connesso ad un cambiamento, ad un’alterazione che può essere interpretata dall’astrologo.
Si tratta della “scienza degli anni futuri”, rintracciabile nelle opere dei principali esponenti dell’astrologia classica (alcuni fra questi sono Berosso, Timeo, Teucro Babilonese, Sarapione Antiocheno, Doroteo Sidonio, Nigidio Figulo, Manilio, Claudio Tolemeo, Antigono di Nicea, Vettio Valente, Censorino, Porfirio, Firmico, Paolo di Alessandria, Efestione Tebano, Eliodoro, Giuliano di Laodicea, Retorio, Stefano di Bisanzio, Teofilo di Edessa, Mash^a’all^ah, Zahel, Albohali, al-Kind^i, Albumasar, Acmete, Alcabizio, Abenragel, Ali ibn Ridwan, al Biruni, Ibn Ezra, M. Scoto, G. Bonati, Alfonso X, Cecco d’Ascoli, Andalò di Negro, Pietro d’Abano, Eleuterio, Giovanni di Sassonia, P. Ciruelo, L. Gaurico, G. Cardano, F. Giuntini, G Diedo, V. Nabod, P. Titi, G. Vitali).
La pratica di questo metodo, trasmesso nel corso dei secoli in modo talora frammentario, è stata attualmente abbandonata – quanto meno nella completezza dei suoi elementi costitutivi -. In un lavoro di recupero di tale pratica possiamo constatare la grande ricchezza di cognizioni e tecniche che consentivano la previsione dei principali eventi della vita.
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In Tolemeo la teoria dei tempi futuri: prorogatore, significatore
Come prima cosa, Tolemeo, nel capitolo decimo del quarto libro del Quadripartito, tratta delle età dell’uomo – divisione generale secondo le età degli astri -, che può essere considerata una distinzione delle età biologiche dell’essere umano. Poi, dichiara che:
“… le particolari proprietà dei tempi devono essere indagate secondo ciò che è peculiare nelle geniture e secondo il metodo generale già esposto, che si fonda sui principali prorogatori” – il termine è aphètes, da aphìemi, lasciar partire, mandar fuori, e con voce latina, prorogator, significator, moderator -.
“Il prorogatore costituisce il soggetto passibile rispetto a un’altra stella alla quale si configura nel tempo immediatamente seguente alla natività. La stella cui si configura è detta hypantetor, occursans, promissor, ovvero ‘colei che si fa incontro’. Questo nome le proviene dal fatto che essa non si muove per moto proprio, ma viene mossa dal moto diurno che la porta ad imbattersi nel prorogatore mediante figura o congiunzione corporale”. (G. Bezza – “Antologia del pensiero astrologico antico” – pagg. 1013, 1014).
Tolemeo (Quadripartito – IV libro, 10° capitolo -), quindi, chiarisce il significato generale dei prorogatori principali:
“la prorogazione dell’oroscopo (dell’ascendente) per quanto attiene al corpo e all’espatrio; della sorte di fortuna per quanto è delle sostanze; della Luna riguardo alle affezioni dell’anima e alla convivenza; del Sole per ciò che è della fama e della dignità; del culmine per quanto attiene alle altre particolari condizioni, quali le attività, le amicizie, la procreazione dei figli”.
In seguito, indica i principali modi delle previsioni degli eventi futuri, di cui il primo è dato dalla divisione generale delle età degli astri; il secondo viene dalla direzione dei 5 luoghi prorogatori (Asc, Mc, Sole, Luna, sorte di fortuna), e di tutti gli altri astri; il terzo modo è dato dalla profezione (perfectio, profectio, il portare a compimento); il quarto modo è dato dalla conversione annua del Sole (cioè, agli “ingressi” che fanno i pianeti nella rivoluzione solare).
Dei moti secondo un principio temporale
Il moto primo è il moto delle direzioni primarie, ma insieme a questo, in una precisa gerarchia, vi sono degli altri moti da considerare secondo un principio temporale che parte dalle “cause antecedenti” e giunge fino alle cause più remote.
Nella vita degli uomini, il primo principio temporale è l’inseminazione ovvero il momento del concepimento, mentre tutti gli altri vi si discostano sempre più.
Non è questa la sede che ci consenta di entrare approfonditamente sull’argomento, ma diciamo solamente che tutti quei principi che sono più vicini temporalmente alla natività sono più efficaci, o più determinanti. Gli altri principi dipendono da loro. Così, il più vicino è il moto della direzione primaria, in quanto muove la sfera. Meno vicino è il movimento della profezione, che ha una natura intermedia che si esprime nel disporre gli eventi regolarmente e ciclicamente, e quello che è ancora meno vicino è la rivoluzione degli anni (rivoluzione solare). E tutti quelli che sono più lontani dipendono da quelli che sono più vicini, in questa successione:
1. concepimento;
2. natività;
3. direzione;
4. profezione o perfezione;
5. conversione degli anni.
Proporre, come attualmente molti fanno, di compiere una rivoluzione degli anni partendo dalla natività (cioè il tema di nascita, la genitura, l’oroscopo di nascita), senza considerare null’altro, significa operare in un modo non tecnico, poiché la rivoluzione solare non dipende unicamente dalla natività, ma da questa e dalla profezione. La profezione (perfezione), a sua volta, è connessa alla direzione, e la direzione è direttamente connessa alla natività. Il transito, nell’accezione dell’astrologia moderna, è il più lontano di tutti, secondo un principio temporale.
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Moto delle direzioni: lungo il circolo zodiacale e rispetto al moto orario diurno
In direzione, i moti da considerare sono 2, uno è il moto nello zodiaco, e l’altro è il moto nel mondo (moto diurno o moto orario diurno). La questione richiederebbe del tempo ed un opportuno spazio. In questa sede, volendo semplificare, possiamo dire semplicemente che il “significatore” imprime una virtù nello zodiaco, nei 12 segni, e imprime una virtù nel mondo, nelle 12 Case. Sono 2 differenti virtù che hanno moti diversi e avvengono per “irraggiamenti” diversi.
Da quanto detto ne consegue che i significati in natività sono sempre 2, un significato è per il Segno in cui è l’astro, l’altro significato è per il luogo – o Casa – in cui è l’astro.
Non si tratta, come da qualche anno vanno dibattendo alcuni astrologi, di conferire una maggiore importanza all’una o all’altra direzione, in quanto sono entrambe necessarie in virtù di quanto fin qui esposto.
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Direzioni primarie come movimento ascensionale del Sole
Secondo gli insegnamenti dell’astrologia classica, l’arco di equatore che calcoliamo nelle direzioni primarie, e che ci dà l’arco di direzione, ci porta al concetto di un grado uguale un anno.
A questo proposito, Tolemeo ci dice “una conversione del Sole” e una conversione del Sole sull’equatore è più o meno uguale ad un giorno. Pur saltando alcuni passaggi della questione, per brevità di esposizione, diciamo solo che, quando Tolemeo parla di conversione del Sole sull’equatore intende il computo delle due culminazioni successive del Sole al meridiano, considerate in termini di ascensione retta.
La differenza tra giorno solare e giorno siderale è di quasi 4 minuti e in capo ad un anno ammonta a un giorno.
La rivoluzione dell’equatore, se noi la vedessimo in piano, è la rivoluzione del “primo mobile” (della sfera celeste) che va dall’oriente all’occidente. Mentre i moti degli astri vanno da occidente ad oriente; allora, se si compie questa rivoluzione equatoriale del primo mobile, a questa si somma nel frattempo il passo giornaliero, che si compie in senso contrario, e quindi si generano i 4 minuti di differenza; che stanno a significare che quando l’equatore ha compiuto la rivoluzione intera, il Sole non l’ha ancora compiuta, e gli mancano 4 minuti per compierla. Quattro minuti in capo ad un anno fa un giorno.
Se poniamo l’esempio di Saturno che dista un grado dal Sole, e diciamo che per moto di direzione lo raggiunge in un anno, si intende che il grado del promissore continuerà a fare tante rivoluzioni diurne (giornaliere), e tante ne farà il grado del significatore, finché, in capo a un anno, la differenza si sia annullata. Lo stesso ragionamento lo dobbiamo intendere se ipotizziamo che Saturno sia a 1° Ariete, senza latitudine e posto che le sue ore temporali siano 15, in capo ad un anno, nel moto diurno raggiunge il Sole. Con quanto appena detto possiamo comprendere che la direzione primaria misura un “moto reale”, non un simbolo vuoto.
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Sulla teoria degli anni critici
Le alterazioni e i cambiamenti futuri, nella concezione degli antichi, venivano osservate e si fondavano sulla teoria dei periodi critici (anni, mesi, giorni, e così via) – su cui vi è una vasta letteratura e sulla quale venivano basati tutti i giudizi -.
Il concetto degli anni critici, o climacterici, si fonda sui “periodi naturali del tempo”: giorno, mese, anno; quindi, i periodi basati sulle rotazioni del Sole e della Luna, in quanto ciò che consente di giudicare dello stato della vita sono quei significatori che hanno una connessione con la vita medesima, i luminari.
Questa teoria richiama l’idea che nel corso della vita ci siano dei periodi climacterici, che sono pericolosi, che indicano i momenti di cambiamento o di crisi, e che si ripresentano ogni 7 anni – la stessa parola “climacterio” viene dal termine greco “climax, climacos”, ovvero la “scala” e richiama l’idea dei gradini della vita -.
All’interno di questa concezione, un dominio sui tempi futuri è scandito dalla successione ordinata dei confini – o termini – egizi. Questa successione ordinata prevede che, nel moto di direzione primaria, nel progressivo procedere nei gradi dei segni dello zodiaco, vi sia un dominio, che perdura un certo numero di anni, di ognuno dei 5 pianeti, che in questa accezione tecnica sono chiamati signori dei confini o divisori. In questa distinzione degli anni il dominio dei pianeti malefici contrassegna periodi critici che vengono resi più pericolosi quando dal confine di un malefico si passa al confine di un altro malefico. Sono ritenuti nocivi e ne viene rafforzato il significato e la gravità della crisi quando a questo passaggio si unisce il cambiamento di segno e si realizza un salto, un “exalma”. Ciò avviene tra Gemelli e Cancro, tra Bilancia e Scorpione e, in quelle natività in cui Mercurio ha natura malefica, tra Toro e Gemelli; tra Leone e Vergine; tra Sagittario e Capricorno; tra Capricorno e Acquario.
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Confini secondo gli egizi | |||||
Ariete | Giove 6 | Venere 6 | Mercurio 8 | Marte 5 | Saturno 5 |
Toro | Venere 8 | Mercurio 6 | Giove 8 | Saturno 5 | Marte 3 |
Gemelli | Mercurio 6 | Giove 6 | Venere 5 | Marte 7 | Saturno 6 |
Cancro | Marte 7 | Venere 6 | Mercurio 6 | Giove 7 | Saturno 4 |
Leone | Giove 6 | Venere 5 | Saturno 7 | Mercurio 6 | Marte 6 |
Vergine | Mercurio 7 | Venere 10 | Giove 4 | Marte 7 | Saturno 2 |
Bilancia | Saturno 6 | Mercurio 8 | Giove 7 | Venere 7 | Marte 2 |
Scorpione | Marte 7 | Venere 4 | Mercurio 8 | Giove 5 | Saturno 6 |
Sagittario | Giove 12 | Venere 5 | Mercurio 4 | Saturno 5 | Marte 4 |
Capricorno | Mercurio 7 | Giove 7 | Venere 8 | Saturno 4 | Marte 4 |
Acquario | Mercurio 7 | Venere 6 | Giove 7 | Marte 5 | Saturno 5 |
Pesci | Venere 12 | Giove 4 | Mercurio 3 | Marte 9 | Saturno 2 |
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La “distribuzione dei tempi futuri”: signore dei confini o Divisore e signore dei raggi o Suddivisore
Tolemeo, quando parla dei tempi futuri (nel capitolo decimo del quarto libro del Tetrabiblos), dice che
“i significatori dei tempi futuri sono due, l’uno è l’astro che lancia il raggio al significatore, che è quell’astro che produce l’incontro, il promettitore; l’altro, è il signore dei confini in cui il significatore progredisce”.
Quindi, l’astro che lancia il raggio (astro che interviene per figura, cioè che fa aspetto) al divisore (signore dei confini) viene denominato signore dei raggi o suddivisore o partecipante.
Suddivisore e Divisore sono i termini che usa Albumasar (“Delle rivoluzioni delle natività” – libro terzo, 1° capitolo) quando elenca tutti i passaggi da un confine ad un altro, partendo sempre dalla considerazione di questa coppia di astri. Sempre Albumasar chiama con voce persiana “Jarbachtar”, “astro che distribuisce i tempi”, il pianeta divisore. Di questi divisori si può formare una tabella che copre l’arco dell’intera vita.
Quindi, nello sviluppo di questo moto primo della figura di direzione, abbiamo sempre un binomio dove il signore dei confini (divisore) ha la funzione di dominare, signoreggiare un certo numero di anni e, a seconda del suo presentarsi nelle figure delle rivoluzioni solari, denota come essi saranno. Il signore dei raggi (suddivisore), invece, al suo primo presentarsi denota un evento.
Il significatore principale è il signore del grado dell’Oroscopo (dell’ascendente), che nelle profezioni (perfezioni) ha il nome di Signore dell’Anno, e che ha una sua impronta più significativa degli altri. Allo stesso modo quando lo spazio di profezione giunge dove vi è un pianeta di natività suscita il significato di quel pianeta che in questo caso ha un dominio congiunto al signore della profezione. La divisione dell’Oroscopo, come significatore che riceve e accoglie quelli che sono i mutamenti più generali che accadono all’individuo, viene osservata per prima, quindi segue l’osservazione di tutti gli altri divisori che sono più importanti.
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